di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
Ma quale procurato allarme? Gioverà chiarire e ribadire che il sottoscritto non è sotto processo per procurato allarme, ma per rivelazione del segreto d’ufficio. L’ineffabile Santochirico, che a gennaio dell’anno scorso minacciò di denunciarmi per procurato allarme, si è guardato bene dal farlo. Non poteva farlo!!! Quanto è emerso l’anno scorso sta a dimostrare che avevo ragione da vendere a sollevare dubbi sulla qualità delle acque invasate nel dighe lucane. E già, perché l’anno scorso nel Pertusillo è apparsa la famigerata “alga cornuta” ed è risultato evidente che la rete di depurazione presenta numerose “criticità”. Cosa stia accadendo oggi francamente non lo so, ma di certo dalle analisi commissionate e pagate dal sottoscritto e dai radicali a gennaio 2010 emerse un’evidente contaminazione biologica e la presenza di una sostanza chimica collegabile alle attività estrattive. Come ebbe a spiegare ottimamente la professoressa Albertano, l’alga “cornuta” è un effetto e non la causa dell’inquinamento. Riepilogando, a inizio gennaio 2010 ho diffuso dati Arpab che dovevano essere pubblici, ma che il Dipartimento ambiente e la stessa Arpab si erano guardati bene dal diffondere. Successivamente, il 21 gennaio 2010, ho commissionato analisi ad un laboratorio indipendente. A maggio 2010, il Pertusillo si colorò di rosso-marrone. E’ agli atti che la moria dei pesci aveva una e una sola causa: inquinamento. Inquinamento e non un suicidio di massa. Comprendo che per sbarcare il lunario c’è chi avverte l’esigenza di fare il servo sciocco, ma evitiamo, per favore, di dimenticare i fatti. Concludendo, ribadisco che con il Tenente Di Bello non ho commesso un crimine, ma onorato leggi e convenzioni internazionali che in questa Repubblica delle Banane diventano carta straccia.
P.S.
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Intanto, il circo petrolifero continua a distribuire ricchi premi e cotillons.
La Total, che si agginge ad aprire il suo centro oli in località Tempa Rossa, dopo aver finanziato "Basilicata coast to coast" adesso sponsorizza anche i tornei di calcetto :-(
Dopo 2000 anni la storia si ripete: pane e circo per i terroni con l'anello al naso. E pazienza, se tra 20 conteremo le macerie e ci renderemo finalmente conto dell'impatto delle trivelle su un territorio ricco d'acqua e delicato dal punto di vista idrogeologico.
Il colosseo petrolifero lucano deve continuare...con buona pace di coloro che invitano a riflettere.
Approfondimenti
Interrogazione Zamparutti su discarica in località Corleto Perticara
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