Corea Nord: Mecacci. Presentata interrogazione Deputati Radicali su esecuzioni capitali

Dichiarazione di Matteo Mecacci, deputato Radicale e relatore OSCE su democrazia e diritti umani.
Risposta all’interrogazione scritta n.4-11635 a prima firma Matteo Mecacci.
La situazione dei diritti umani in Corea del Nord si presenta fortemente critica, anche per l'estrema difficoltà per gli osservatori stranieri (membri di organizzazioni internazionali o di organizzazioni non governative) di condurre un monitoraggio in loco. Le Autorità nordcoreane, da parte loro, continuano a respingere le accuse di violazione di diritti umani, ricordando come la tutela dei diritti umani sia prevista nel dettato costituziona1e, ed affermando che sollevare la questione al livello internazionale equivale ad ingerire negli affari interni del Paese. Le difficoltà sul terreno non hanno tuttavia fatto venir meno l'impegno della comunità. internazionale a mantenere costante la pressione su Pyongyang affinché assicuri aperture progressive in materia di tutela di diritti umani. In ambito Nazioni Unite, lo scorso marzo, il Consiglio Diritti Umani ha approvato una nuova Risoluzione, sponsorizzata da Unione Europea e Giappone, per il rinnovo (di un anno) del mandato del Relatore Speciale delle Nazioni Unite sui diritti umani in Corea del Nord, Marzuki Darusman. A questi, tuttavia, viene sistematicamente negato l'ingresso all'interno del Paese. Nel novembre 2009, la Corea del Nord è stata sottoposta all'Esame Periodico Universale (UPR) del Consiglio Diritti Umani. In quella occasione, l'Italia ha partecipato attivamente al dibattito che caratterizza l'esame, rivolgendo al Paese domande e raccomandazioni. L'intervento italiano si è concentrato sul persistente uso della pena di morte e, segnatamente, di esecuzioni pubbliche cd extragiudiziali. In linea con quella che è una delle priorità della nostra politica estera in tema di diritti umani, abbiamo invitato il Paese a intraprendere almeno una moratoria di fatto della pena capitale. La maggior parte delle raccomandazioni -incluso l'invito ad una maggiore collaborazione con gli organi internazionali preposti alla tutela del1e libertà fondamentali, quali 1'Alto Commissario per i Diritti Umani sono tuttavia state rigettate dalle Autorità di Pyongyang. Il confronto con le Autorità nordcoreane in materia di diritti umani avviene anche nella cornice dell'azione esterna dell'Unione Europea, sia promuovendo le risoluzioni di condanna approvate in sede multilaterale, sia sollevando il tema nelle occasioni di dialogo politico con Pyongyang (da ultimo la missione della Troika dell'UE in Corea del Nord nel novembre 2010).
Sul piano più strettamente bilaterale, il Governo italiano non ha mancato, nelle occasioni di dialogo con il Governo nordcoreano, di fare stato della preoccupazione propria e della comunità internazionale per la situazione dei diritti umani in Corea del Nord e per la mancanza di collaborazione con le istanze internazionali deputate da parte delle Autorità nordcoreane. In un ambito più generale, l'Italia mantiene vivo il suo impegno nella promozione in Corea del Nord di iniziative di contenuto sociale e culturale, che fungano da veicoli "non politici" di messaggi utili alla formazione di un più diffusa coscienza nella popolazione e nelle Autorità nordcoreane sul tema della tutela dei diritti umani. Quanto ai riferimenti stampa in merito al ritrovamento di armamenti di fabbricazione nordcoreana utilizzati dal regime libico, si ricorda che il Governo italiano assicura un piena e severa applicazione dei regimi sanzionatori nei confronti della Corea del Nord previsti in ambito Onu ed UE. L'eventuale violazione da parte di Paesi Terzi delle disposizioni di embargo nei confronti di Pyongyang contenute nelle Risoluzioni 1718 ed 1874 del Consiglio di Sicurezza, andrà valutata da parte dell'organo dell'ONU che cura il monitoraggio dell'applicazione delle citate Risoluzioni, il Comitato 1718, nel cui ambito si definirà, eventualmente, l'istruttoria del caso specifico citato nell'articolo del Wall Street Journal.
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