Viggiano, alle ore 14.00 Bolognetti incontrerà gli operai della Elbe Sud Italia

Viggiano - Alle ore 14.00 Maurizio Bolognetti incontrerà gli operai della Elbe Sud Italia.
A fronte di questo ennesimo incidente petrolifero avallato con le teorie istituzionali del “tutt’apposto” la OLA (Organizzazione Lucana Ambientalista) - premettendo che l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) stabilisce che le emissioni di H2S non debbano superare i 0,005 ppm (parti per milioni) mentre, in Italia, alle società minerarie (Centro olio Eni di Viggiano compreso), vengono concesse emissioni 6 mila volte superiori, fino a 30 ppm - rigetta perentoriamente ogni affermazione fuorviante che arriva dagli uffici regionali. Vista la dimensione del fenomeno che ha provocato l’intossicazione degli operai distanti almeno 150 metri dal luogo dell’incidente, secondo dati scientifici e gli studi condotti dalla ricercatrice Maria Rita D’Orsogna (esperta di inquinamento da idrocarburi e docente di fisica all’Università statale della California) gli effetti clinici (vomito e malesseri diffusi) manifestati dai lavoratori della Elbe Italia Sud srl, avvengono solitamente a concentrazioni intorno ai 10-100 ppm. Col sospetto che, per intossicare a 150 metri di distanza, la fuoriuscita di particelle, sul luogo della perdita all’interno del Centro olio (fatto questo tra l'altro inspiegabilmente non confermato dall'Eni), deve essere stata di molto superiore ai 10-100 ppm.
L’incidente del 5 aprile 2011 arriva a pochi giorni dall’aggiornamento dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) rilasciato dalla Giunta regionale - con Deliberazione n.313 - proprio al Centro olio incidentato. AIA, valida per altri sei anni, che non comprenderebbe l’incremento di emissioni di sostanze inquinanti conseguenti al previsto aumento di produzione del greggio. Eni, infatti, prevede un ampliamento del Centro, suscettibile di causare incidente rilevante, in base alla normativa Seveso. Ritorna così di forte attualità il problema della sicurezza di tutti gli impianti e pozzi attivi dell’indotto petrolifero e l’incompatibilità con Parchi e territorio. In proposito Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali lucani, ricorda come il presidente Vito De Filippo “oltre ad istituire una commissione d’inchiesta sulla vicenda, dovrebbe riflettere sull’impatto che le attività estrattive producono sulla salute dei residenti della Val d’Agri e sull’ambiente”, perché “gli interessi dell’Eni, della Total e della Shell mal si conciliano con la tutela della salute, dell’ambiente e delle preziose risorse idriche lucane. La Commissione d’inchiesta la si faccia per indagare a fondo sui danni prodotti dalle estrazioni”.
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