Nella sua informativa al Senato stamani il Ministro Maroni ha confermato che la politica italiana di gestione dell'emergenza arrivi dal nNordafrica, oltre che osservare un minuto di silenzio per le centinaia di morti inghiottiti dal Mediterraneo perché in fuga, è tutta ancora sempre e solo incentrata sui rimpatri, oppure sui respingimenti direttamente sulle coste e non, bontà sua, in alto mare. Una ricetta che, in assenza di un serio impegno politico ed economico per lo sviluppo di riforme democratiche e di aiuto al consolidamento di economie, non darà alcun frutto nel medio lungo periodo.  Allo stesso tempo il Ministro Maroni ha ritenuto di non dover spiegare il perché sia stata diramata il 2 aprile scorso una circolare che proibisce ai parlamentari di poter effettuare visite ispettive nei centri di identificazione ed espulsione, nei centri per l'accoglienza dei rifugiati e nelle tendopoli. A una mia richiesta di visione del documento si è messo in moto un meccanismo di rimpallo di competenze burocratiche che in 24 ore ancora non ha prodotto il documento. Alla mia sollecitazione in aula al Presidente Schifani ho ottenuto una dissociazione simile a quella che lo ha caratterizzato nei giorni scorsi sul disegno di legge De Eccher e altri. Ciascuno vive il proprio ruolo istituzionale come meglio ritiene, ma almeno venga risparmiata la retorica del decoro istituzionale in un paese dove per leggere fax occorre presentare un'interrogazione parlamentare. 

Interrogazione urgente a risposta scritta al Ministro degli interni 

dei senatori Perduca e Poretti 

si chiede di poter ottenere copia della circolare del Ministero degli Interni diramata il 2 aprile 2011 che proibisce l'accesso ai Centri di identificazione ed espulsione, Centri di accoglienza per i richiedenti asilo, e le tendopoli recentemente approntate per far fronte agli ultimi arrivi dall'Africa settentrionale.