Agli amici e compagni del gruppo del Pd, coi quali molto spesso ci troviamo d'accordo su molte questioni, e che oggi lamentano il fallimento della politica internazionale della pace, da nonviolenti diciamo che l'unica politica preventiva dei conflitti è quella che pone sempre e con chiunque, a partire da casa nostra, la protezione e la promozione dei diritti fondamentali come obiettivo prioritario da perseguire. 

Nel caso della Libia, contro le denunce e appelli dei Radicali degli ultimi anni, anche nel Pd si è ritenuto di dover sottoscrivere senza troppo dibattere la posizione di D'Alema che ritiene, probabilmente ancora oggi, il rapporto con Gheddafi strategico ge che in quelle circostanze non si potesse che ratificare il trattato Italia-Libia che legittimava Gheddafi rafforzandolo strutturalmente. 

Oggi si nota, con stupore anche in certi ambienti pacifisti, che le vittime dei regime contro i quali invocare la pace serve solo a mantenerli in sella, reagiscono colla disperazione dopo decenni di soprusi e di silenzi dei pacifisti. La prevenzione della tirannide passa per il sostegno militante ai dissidenti democratici, ai difensori dei diritti umani, e coll'ascolto di chi da sempre si batte perché lo Stato di Diritto nazionale e internazionale prevalga sulle "costituzioni materiali" del mondo occidentale.