Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale Radicali Italiani
Dopo aver seguito il dibattito, gli insulti, il confronto interno ed esterno scaturito dall’iniziativa di Marco Pannella, da lui definita di dialogo, che ha portato qualche mese fa al voto di doppia sfiducia espresso dai deputati e dai senatori radicali, mi è capitato di rileggere il Salvemini di “Italia Scombinata”. Leggendo del “profeta di sventura” di cui parla Don Gaetano, ho pensato a Pannella e ai suoi interventi. Spero che non me ne voglia se mi permetto di dedicargli la citazione che ho estrapolato da “Italia scombinata”.
“Il profeta di sventure fa un mestiere sgradito agli altri ed odioso a se stesso. Ma quando non c’è altro mestiere da fare, bisogna bene far quello, pur inghiottendo amaro. Tacere sarebbe fare un mestiere anche peggiore: quello del complice per conformismo e per viltà. (da Italia scombinata).
…E pensando ancora al difficile sentiero che percorriamo in un paese che sembra affondare in una palude, ancora Don Gaetano (Dio lo abbia in gloria!!!): “Stretti fra totalitari di destra e totalitari di sinistra, e assaliti di fronte e alle spalle da fascisti nostalgici, neofascisti, criptofascisti, gesuiti e gesuitanti, noi, tapinelli, ci muoviamo su un terreno che si restringe sotto i nostri piedi ogni giorno un poco di più, come la pelle di zigrino resa immortale da Balzac.” (G. Salvemini – La pelle di zigrino).
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