Il Dipartimento Ambiente, la Pec, l'anagrafe pubblica delle attività degli eletti e "Mamma Regione"

Basilicata - Cartina

 

Di Maurizio Bolognetti, Direzione Nazionale, Radicali Italiani
“Guardi le ho inviato una richiesta a mezzo posta elettronica”. Sono circa le ore 13 di lunedì 24 gennaio e finalmente siedo davanti al dottor Lambiase, dirigente del Dipartimento ambiente della Regione Basilicata. Questa mattina non tira una buona aria presso il dipartimento e percepisco ostilità e diffidenza. Potrei sbagliare, ma credo che qualcuno se la sia presa a male per la pubblicazione dell’ennesimo documento “Top secret”. Qualcuno si sarà detto questo ci chiede i documenti e poi li rende pubblici criticando il nostro operato. E sì, l’abbiamo fatta grossa! Dopo aver pubblicato, nel 2009, uno dei verbali delle innumerevoli conferenze di servizio sul Sin(Sito di bonifica di interesse nazionale) di Tito scalo, pochi giorni fa abbiamo dato in pasto alla stampa e pubblicato sui nostri siti una determina dirigenziale con la quale la Provincia di Potenza autorizza la prosecuzione all’esercizio dell’inceneritore della Edf nelle more del rilascio da parte della Regione dell’Autorizzazione integrata ambientale. Tra i Consiglieri regionali, deputati e senatori lucani, non si contano coloro che provengono dalle fila della burocrazia regionale. Anche l’ex direttore dell’Arpab Vincenzo Sigillito è stato un funzionario regionale(dirigente del Dipartimento Ambiente) e dopo il brillante cursus onoris nei ranghi dell’Agenzia è tornato in Regione con un incarico di tutto rispetto. Un premio, se non alla memoria di certo alla carriera.
Sto facendo anticamera fuori alla porta del dott. Lambiase e percepisco l’odore acre del potere, quello vero.
Immaginate di essere un cittadino che abbia deciso di dare un’occhiata alle Autorizzazioni integrate ambientali rilasciate dalla Regione. Immaginate di trovarvi, dopo un’estenuate ricerca su Basilicatanet, con un pugno di mosche in mano.  Eppure, dopo tre anni di iniziativa politica radicale, pochi mesi fa la Regione Basilicata ha approvato una delibera denominata “Anagrafe pubblica delle attività degli eletti.”
Ma torniamo a noi e alla vana ricerca sul sito Basilicatanet  della delibera di Giunta con la quale nel 2008 la Regione ha concesso l’Autorizzazione integrata ambientale alla Barilla Spa.
Dopo aver puntato sull’on-line, decido di inviare una richiesta a mezzo posta elettronica indirizzata al direttore generale del Dipartimento ambiente  e all’ufficio competente in materia di AIA.
Risultato: nessuna risposta, nemmeno di cortesia.
E arriviamo, dunque, a questa mattina e alla mia incursione negli uffici del Cremlino di via Anzio. Ho detto Cremlino? Sbagliato, forse sarebbe più corretto dire che, a volte, in materia di informazioni ambientali il Dip. Ambiente della Regione assomiglia ad una succursale del Kgb.
Dicevamo: entro nell’ufficio di Lambiase e ad un certo punto si comincia a parlare di PEC. Il simpatico dirigente, prima di dirmi che sono solo un demagogo, afferma: “Come Regione  abbiamo la posta, ma il sistema non è strutturato”.
Tradotto: l’indirizzo di posta certificata c’è, ma non è utilizzabile perché non è “strutturato” il sistema.
“Mamma Regione”, per usare le parole del dottor Lambiase, non ha provveduto.
Concludendo, toccherà inviare una raccomandata o un fax ai sensi del  DPR 445/2000, art. 43 comma 6.
Citeremo, come al solito, tutte le leggi in materia trasparenza e accesso agli atti, e incroceremo le dita sperando che ci rispondano entro i fatidici 30 giorni non frapponendo ulteriori ostacoli.
Noi demagoghi, che crediamo nel diritto a conoscere per deliberare, siamo fatti così: abbiamo la testa dura. La speranza è l’ultima a morire e noi ci auguriamo che “mamma regione”, prima o poi, la smetta di percepirci come degli intrusi e capisca l’importanza di facilitare l’accesso alle informazioni in materia ambientale.
Nella prossima puntata ci occuperemo dei dati ambientali presenti sul sito del Ministero dell’Ambiente. Anche lì, non ce ne voglia la Prestigiacomo, siamo messi davvero male.
Approfondimenti
Che cos'è questa Pec - Guarda il video su Fai Notizia :-)
P.S.
La nostra battaglia deve essere finalizzata ad ottenere che gli Enti pubblici rispettino la Convenzione di Aarhus pubblicando sui loro siti tutte le informazioni in materia ambientale. una battaglia in linea con la storia radicale...CONOSCERE PER DELIBERARE!
E a proposito di Convenzione di Aarhus
art. 5 comma c “In caso di minaccia imminente per la salute umana o per l’ambiente, imputabile ad attività umane o dovuta a cause naturali siano diffuse immediatamente e senza indugio tutte le informazioni in possesso delle autorità pubbliche che consentano a chiunque possa esserne colpito di adottare le misure atte a prevenire o limitare i danni derivanti da tale minaccia”.

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