Anche Youtube e i contenuti degli utenti imbrigliati dal nuovo regolamento Agcom
Lo abbiamo denunciato preannunciando una iniziativa di disobbedienza civile. Ne abbiamo discusso con il consigliere "dissidente" Nicola D'Angelo che ha partecipato all'evento "Il Digitale è Politico" organizzato da Agorà Digitale all'interno dell'Internet Governance Forum. Ora anche il commissario Agcom Mannoni conferma i nostri sospetti. Le sue dichiarazioni sono state commentate dall'avvocato Guido Scorza su Punto Informatico:
"È una storia infinita quella relativa ai due regolamenti destinati a disciplinare l'attività delle web tv e web radio italiane, una storia che sembrava, finalmente, conclusa lo scorso 25 novembre, a seguito della notizia dell'avvenuta approvazione da parte del Consiglio AGCOM degli schemi dei due regolamenti. L'Autorità - stando agli scarni comunicati diffusi - aveva infatti deciso di tornare sui propri passi e di restringere sensibilmente l'ambito di applicazione della nuova disciplina ai soli soggetti che avessero superato la soglia dei 100mila euro di fatturato o di ricavi. Una buona notizia per le web tv e web radio più piccole anche se, forse, si sarebbe potuto essere ancora più "generosi" e fissare una soglia più alta. A leggere, tuttavia, le dichiarazioni rilasciate ieri dal Commissario AGCOM Mannoni a Il Sole 24 ore, tempestivamente annotate e commentate da Stefano Quintarelli, tuttavia, bisogna purtroppo constatare che sull'intera vicenda continua ad esserci davvero tanta confusione e, soprattutto, continua a mancare completamente ogni volontà di semplificazione. Ma andiamo con ordine. Mannoni, innanzitutto, dice che il dibattito sull'argomento sarebbe stato gonfiato perché "nessuno ha mai pensato di regolamentare blog e popolo della rete, i pesci piccoli insomma". Sfortunatamente non è vero, e le due delibere AGCOM 258 e 259 del 2010, firmate proprio dallo stesso Mannoni, sono qui a confermarlo. I due schemi di Regolamento originariamente approvati dall'AGCOM e posti in discussione nell'ambito della consultazione pubblica lanciata questa estate, non prevedevano, infatti, nessun limite dimensionale e, se approvati nella loro originaria formulazione, avrebbero comportato per tutti gli operatori - ivi inclusi i "pesci piccoli" di cui parla il Commissario Mannoni - una serie interminabile di insostenibili oneri economici e di formalità. È tanto difficile ammettere che si stava prendendo un'umana cantonata e che grazie al dibattito in Rete e ad alcune opposizioni forti in seno allo stesso Consiglio AGCOM (il Commissario Nicola D'Angelo, originario relatore, ha rinunciato a tale incarico) si è scongiurato il rischio di sbagliare e si è fatto prevalere il buon senso?
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