Lo abbiamo denunciato preannunciando una iniziativa di disobbedienza civile [3]. Ne abbiamo discusso con il consigliere "dissidente" Nicola D'Angelo che ha partecipato all'evento "Il Digitale è Politico [4]" organizzato da Agorà Digitale all'interno dell'Internet Governance Forum [5]. Ora anche il commissario Agcom Mannoni conferma i nostri sospetti. Le sue dichiarazioni sono state commentate dall'avvocato Guido Scorza su Punto Informatico:
"È una storia infinita quella relativa ai due regolamenti destinati a disciplinare l'attività delle web tv e web radio italiane, una storia che sembrava, finalmente, conclusa lo scorso 25 novembre, a seguito della notizia dell'avvenuta approvazione da parte del Consiglio AGCOM degli schemi dei due regolamenti. L'Autorità - stando agli scarni comunicati diffusi - aveva infatti deciso di tornare sui propri passi e di restringere sensibilmente l'ambito di applicazione della nuova disciplina ai soli soggetti che avessero superato la soglia dei 100mila euro di fatturato o di ricavi. Una buona notizia per le web tv e web radio più piccole anche se, forse, si sarebbe potuto essere ancora più "generosi" e fissare una soglia più alta. A leggere, tuttavia, le dichiarazioni rilasciate ieri dal Commissario AGCOM Mannoni a Il Sole 24 ore, tempestivamente annotate e commentate da Stefano Quintarelli, tuttavia, bisogna purtroppo constatare che sull'intera vicenda continua ad esserci davvero tanta confusione e, soprattutto, continua a mancare completamente ogni volontà di semplificazione. Ma andiamo con ordine. Mannoni, innanzitutto, dice che il dibattito sull'argomento sarebbe stato gonfiato perché "nessuno ha mai pensato di regolamentare blog e popolo della rete, i pesci piccoli insomma". Sfortunatamente non è vero, e le due delibere AGCOM 258 e 259 del 2010, firmate proprio dallo stesso Mannoni, sono qui a confermarlo. I due schemi di Regolamento originariamente approvati dall'AGCOM e posti in discussione nell'ambito della consultazione pubblica lanciata questa estate, non prevedevano, infatti, nessun limite dimensionale e, se approvati nella loro originaria formulazione, avrebbero comportato per tutti gli operatori - ivi inclusi i "pesci piccoli" di cui parla il Commissario Mannoni - una serie interminabile di insostenibili oneri economici e di formalità. È tanto difficile ammettere che si stava prendendo un'umana cantonata e che grazie al dibattito in Rete e ad alcune opposizioni forti in seno allo stesso Consiglio AGCOM (il Commissario Nicola D'Angelo, originario relatore, ha rinunciato a tale incarico) si è scongiurato il rischio di sbagliare e si è fatto prevalere il buon senso?
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