Coppie di fatto, nasce il Registro del Comune di Napoli
da www.ilmattino.it, 24-11-2011
Con l’approvazione di due delibere la Giunta comunale di Napoli ha avviato l’iter che porterà all’istituzione del Registro delle Unioni Civili. Le due delibere sono state proposte dall’assessore alle Pari Opportunità Pina Tommasielli e dall’assessore all’Anagrafe Elettorale Bernardino Tuccillo.
Con la prima delibera la Giunta guidata dal sindaco De Magistris approva una proposta al Consiglio comunale per istituire il Registro dell’unione civile sulla base di un regolamento approvato dall’organo esecutivo del Comune.
«Dopo il comune di Torino e quello di Milano – spiega Luigi de Magistris – anche Napoli compie un passo significativo verso il riconoscimento pieno dei diritti civili e per la piena attuazione della Costituzione».
La seconda delibera, invece, istituisce nel proprio ambito territoriale un sistema finalizzato ad attestare, integrando con propri modelli la modulistica anagrafica standard predisposta dall’Amministrazione Statale, la sussistenza di «una famiglia anagrafica costituita da persone legate da vincoli affettivi».
«Sull’esempio dei Comuni di Padova e Bologna – spiega Pina Tommasielli – questa delibera riprende il decreto attuativo del 1989 della legge sull’anagrafe datata 1954 che nell’articolo 4 definisce la famiglia come ‘…un insieme di persone legate da vincoli di matrimonio, parentela, affinità, adozione, tutela o da vincoli affettivi, coabitanti ed aventi dimora abituale nello stesso comune’ e colma, in attesa che si compia l’iter legislativo per l’istituzione del registro delle Unioni Civili, un vuoto di diritti per tutte quelle coppie che vedono negato il loro riconoscimento ai fini amministrativì».
«Un passo di grande valore che coinvolge le unioni civili, le coppie di fatto, le unioni civili. È un passo molto forte dal punto di vista sociale». Così il sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, ha definito la delibera. «Non a caso – ha spiegato De Magistris – ho mantenuto la delega all’attuazione della costituzione che all’articolo tre sancisce l’uguaglianza».
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