Visita alle strutture carcerarie modenesi: condizioni di vita bestiali!
Venerdì 13 Agosto, assieme al consigliere regionale del PD Palma Costi e a Tarves Tangerini del PD, Bernardetta Graziani, dell’Associazione Radicali Modena, ha visitato le tre strutture carcerarie della provincia. Stessa storia: detenuti in sovrannumero e personale decisamente carente (polizia penitenziaria, educatori e psicologi).
Carcere S. Anna: i detenuti sono in numero doppio rispetto alla capienza regolamentare e l’impianto di aria condizionata, in panne da tempo, costringe anche una donna incinta a temperature di 40° in estate; è in funzione un solo ascensore per cui, a detta dello stesso medico, è messa fortemente a rischio l’assistenza tempestiva in caso di urgenza. Nel mese di Agosto non si può aver mal di denti, non perché non possa venire il dentista ma perché il personale in servizio non è sufficiente ad accompagnare i detenuti da una parte all’altra dell’Istituto.
Case di Lavoro di Castelfranco Emilia e Saliceta San Giuliano, due delle 5 presenti nel nostro Paese. Ma quale lavoro? Si tratta, se va bene, di una trentina di ore a testa al mese e di licenze, quelle che spetterebbero ogni 45 giorni, poco si sente parlare: si spera nel nuovo magistrato, quando ritornerà dalle ferie. Così molti internati (che già hanno scontato in modo completo la pena, ma che vengono detenuti per motivi di sicurezza e che dovrebbero dimostrare di essersi riabilitati attraverso il lavoro e i rapporti sociali, chiedono il trasferimento a Sulmona o a Favignana, non importa dove. Il loro è un ergastolo bianco, senza un termine preciso: spesso non hanno una famiglia disposta ad accoglierli o qualcuno che garantisca il lavoro, così la loro permanenza viene prorogata anche anni. Un nigeriano si trova lì perché non può essere rimandato nel Paese d’origine, ma non ha nemmeno qualcuno che lo accolga al di fuori. A Saliceta le docce calde non funzionano e il secondo viene portato “freddo”: ossia, quando è carne, è cruda; ciascuno provvede a cuocerla in cella come vuole, altrimenti ne viene buttata troppa –si spiega-; si usa una bomboletta a gas, che deve essere acquistata dai detenuti.
La stragrande maggioranza degli internati proviene da altre Regioni, moltissimi dalla Campania, ad esempio, troppo distanti dalla famiglia. Se le case di lavoro hanno un senso, dovrebbero essere presenti in ogni Regione d’Italia, oppure vanno abolite: siamo l’unico caso in Europa. E al di fuori occorre prevedere strutture che si occupino del reinserimento, se si vuole che chi riesce ad uscire non rischi di rientrare in breve.
Possibilità di rieducazione, come prevede la Costituzione? Nulla, a detta sia del personale sia dei detenuti. Un Paese che non è in grado di garantire dignità a ciascuno, a partire proprio dagli ultimi, non è un Paese civile.
Condizioni di vita bestiali sia per i detenuti sia per gli agenti, ecco come il consigliere Palma Costi si è espressa nel comunicato alla stampa. Un grazie davvero a lei da tutta l’Associazione Radicali Modena, perché la sua disponibilità ha permesso anche nella nostra città il Ferragosto in carcere; grazie per la sensibilità e per l’impegno che si è assunta: seguire, assieme a noi, la realtà carceraria modenese anche per coinvolgere laddove possibile gli Enti territoriali oltre che far pressione sul Parlamento perché si attivi, anche depenalizzando.
Bernardetta Graziani
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