Uno scontrino contro Romani
Vittorio Zambardino su l'Espresso del 10 dicembre 2010
Alla fine questa storia della disubbidenza civile sul decreto Romani sulle web tv potrebbe diventare una battaglia di scontrini. Il termine "disubbidienza civile" è associato a conflitti chiari. Di qua il buon diritto, di là la sopraffazione del potere. La disubbidienza, obbligando il potere ad attuare la sua legalità, ne rende evidente l'ingiustizia.
Ma che succede se la situazione è meno chiara? Se il potere sfugge, si cela dietro cavilli e ostacoli? L'autoritarismo soffice elude la provocazione gandhiana. Ed è questa la situazione in cui si sono trovati i promotori dell'azione di disubbidienza contro le norme del decreto Romani. Più che abuso evidente, qui c'è la silenziosa applicazione di un approccio burocratico televisivo timoroso dei possibili danni alle audience costituite.
Alle web tv pertanto si chiede di rispettare le norme della televisione "vera", quelle sulle fasce orarie e sui tetti di produzione originale tra le altre. Come si trasgredisce se il limite per la violazione - per esempio i 100 mila euro di fatturato pubblicitario - è un traguardo difficile da conquistare? Ecco l'idea dell'appello venuta a qulli di Agorà Digitale, l'associazione che promuove l'azione: mandateci tutti gli scontrini fiscali che avete, fino ad arrivare a superare quota 100 mila euro. Si cercherà di farli convergere dentro il fatturato di una televisione "disubbidiente" che a sua volta cercherà di violare altre norme del decreto. Ma per essere "co-disubbidienti" potrebbe bastare la ricevuta dell'iPad che regalerete a Natale, o anche quella di un romanzo.
Fonte: http://www.agoradigitale.org/uno-scontrino-contro-romani
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