Terzo Polo? Serve più ambizione, da subito

Articolo di Pier Paolo Segneri pubblicato su Secolo d’Italia, il 21/12/10

 

Modesta proposta: smettiamo di chiamarlo Terzo Polo. La sola e banale semplificazione degli schematismi partitocratici potrebbe infatti fare danni enormi al sistema-Italia. Chi vorrebbe costringere il cambiamento dentro una sigla, sia pure il Terzo Polo, in realtà, dimostrerebbe soltanto un progetto di cortissimo respiro. Guai infatti a cadere in logiche di tipo “terzista”. Sarebbe forse fatale. Quello che Gianfranco Fini ha invece sempre sostenuto di voler costruire non è un Terzo Polo, idea di per sé vetusta e limitata, ma una nuova area politica e di governo tesa al rinnovamento del quadro politico italiano. Fini e i parlamentari finiani hanno infatti sempre detto di voler lavorare alla nascita di un soggetto politico riformatore, repubblicano, laico, legalitario e libertario che andasse al di là delle vecchie posizioni di destra, di centro o di sinistra. Il presidente della Camera, in questi ultimi mesi, ha sempre parlato a tutti i cittadini, a tutti gli italiani, agli immigrati, al di là della provenienza di parte o di partito. Fini si è sempre rivolto, non a caso, almeno da due anni, a un elettorato vasto e diverso, senza badare se le sue proposte fossero in quanto tali di destra o di sinistra, ma badando bene al rinnovamento politico e culturale da imprimere in una società ormai sfiduciata, amareggiata e disillusa dall’egemonia dell’antipolitica. E, da questo punto di vista, abbracciare l’idea di un Terzo Polo di per sé minoritario rispetto agli altri due schieramenti sarebbe la rinuncia a quella impostazione riformatrice. Perciò, chi in questi giorni parla della nascita di un Terzo Polo, purtroppo, tende soltanto a mantenere ben stabile al potere l’attuale status quo. Fini ha, oggi, l’occasione di riprendere in mano il bandolo della matassa rilanciando la riforma della legge elettorale in senso uninominale e maggioritario, magari sul modello semipresidenziale alla francese, come lui stesso ha più volte proposto.
Del resto, parliamoci chiaramente: se non si riuscirà a realizzare una fase di processo costituente d’ordine liberale e riformatore, cioè un progetto politico “altro” rispetto al disastro del potere telecratico e illiberale, anche se ora o domani l’asse del potere si spostasse a sinistra o al centro, sarebbe comunque la disfatta delle promesse finora avanzate da Fini e l’annullamento delle premesse da cui il presidente della Camera è sempre partito in questi ultimi due anni. Se è questa la traiettoria che Futuro e libertà vuole seguire, anche io da radicale, la ritengo sbagliata e logora, stantia e consunta. Perché il mostro bicefalo del falso bipolarismo italiano non si abbatte aggiungendo una terza testa al corpo malato e in fase di disgregazione dell’attuale sistema illiberale, anti-politico e anti-democratico. Un progetto politico nuovo e innovativo è tale se si prefigge di far nascere, anche in Italia, un sistema politico davvero democratico e liberale. Mi riferisco alla nascita di un corpo sano, legalitario e non giustizialista, libertario e non-autoritario, capace di formarsi da presupposti diversi e “altri”, dal ripristino di un autentico Stato di diritto, al di fuori delle becere logiche del vecchio regime partitocratico. Il potere per il potere che ha dominato la scena da destra a sinistra, infatti, è, come lo ha definito Marco Pannella, una sorta di «monopartitismo imperfetto».
E il cambiamento si avrà, se si avrà, quando tutti i riformatori insieme riusciranno a realizzare un altro terreno: quello della politica invece dell’attuale campo dell’anti-politica. Quando si riuscirà a far nascere, non una terza testa, ma un altro corpo o, meglio, un corpo “altro”. Il mostro con tre teste, nella mitologia greca, esiste ed è il Cerbero. Si tratta del mostro a guardia dell’Ade e le cui tre teste di cane rappresentano rispettivamente la distruzione del passato, del presente e del futuro. C’è qualcuno che pensa davvero di poter risolvere i problemi dell’Italia e dell’Europa solo facendo spuntare un Terzo Polo a vocazione minoritaria? Oppure, più facilmente, si rischia di realizzare soltanto un’altra faccia del sistema partitocratico e antipolitico? Ritengo che Futuro e libertà debba lavorare per mettere insieme una forza legalitaria, democratica, laica, liberale e libertaria in grado di fare quelle riforme istituzionali, economiche e della giustizia di cui il nostro paese ha estremo bisogno. Ben oltre qualsiasi cosiddetto Terzo Polo, puntando semmai al primo polo maggioritario e vincente. Perché questa semplificazione giornalistica avvantaggia soltanto l’attuale potere. C’è da riscoprire, invece, la prospettiva europea e rilanciare l’orizzonte dell’Europa.
Gianfranco Fini potrebbe e dovrebbe essere in prima fila nel proporre la traiettoria dell’Europa politica e della patria europea, anche perché sarebbe il modo migliore per onorare i centocinquanta anni dell’Unità d’Italia e riattualizzare il Risorgimento. Una storia che riguarda l’oggi. Non per salvare il passato, ma per salvare il futuro.

Fonte: http://radicalifrosinone.wordpress.com/2010/12/21/terzo-polo-serve-piu-ambizione-da-subito/

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