Storie di “ordinario proibizionismo” a Verona
“Gioventù bruciata” «Giovani e droga il binomio è consolidato». Così apre il suo importante articolo (ben due pagine de L’Arena di oggi) Alessandra Vaccari.
Mi permetto di suggerire altri binomi consolidati, forse più importanti e sempre trascurati:
- “proibizionismo e illegalità”;
- “proibizionismo e spesa pubblica”;
- “proibizionismo e violenza”.
Queste coppie risultano evidenti a chiunque si scrolli di dosso il paraocchi ideologico prima di leggere il bell’articolo in questione – anche a chi solitamente non si interessa a questioni di “droga” e di proibizionismo in genere. Analizzo quindi solo ciò che emerge da quanto scritto nell’articolo, lasciando da parte tutte le questioni legate al tema, che consiglio invece di approfondire ascoltando l’ottimo intervento del sociologo Guido Blumir al IX° congresso di Radicali Italiani, tenutosi a Chianciano Terme a fine ottobre: eccolo qui.
“proibizionismo e illegalità”: leggiamo le parole del questore V. Stingone che ricorda che «chi ne fa consumo [di sostanze stupefacenti] aiuta la criminalità organizzata»;
“proibizionismo e violenza”: queste le parole di Gianpaolo Trevisi, Dirigente Capo della Squadra Mobile di Verona, che ha guidato l’operazione antidroga denominata “Fluss 2010”: «Il gruppetto [di studenti-spacciatori] non esitava a minacciare i compagni che non pagavano di sgonfiare le ruote del motorino piuttosto che altro se non avessero saldato in fretta i debiti»;
“proibizionismo e spesa pubblica”: si legge che «alle indagini hanno partecipato 60 uomini della polizia di Stato, tra agenti della questura di Verona, del reparto prevenzione crimine e del reparto mobile di Padova, nonché due unità cinofile antidroga, tutti coordinati dalla squadra mobile scaligera». Tutto questo (e i relativi processi e procedure che necessariamente dovranno svolgersi) per arrestare sei (6) ragazzi/e e sequestrare una quantità di droga non specificata nell’articolo (quindi probabilmente irrisoria). Sarebbe interessante conoscere il costo dell’operazione “Fluss 2010”.
Ripeto: questo è solo quanto si può concludere dalla lettura dell’articolo.
Nelle due paginone de L’Arena uno spazio è dedicato alle parole del questore che ringrazia gli insegnanti (che ricordano nei metodi la Geheime Staatspolizei o il Komitet gosudarstvennoj bezopasnosti) per le segnalazioni: «le antenne degli insegnanti sono alte. Hanno subito segnalato quei ragazzi con lo sguardo assente che alle 8 del mattino erano troppo stanchi, troppo distratti [...]». Quindi…studenti assonnati…occhio! Una segnalazione alla polizia non ve la leva nessuno!
Il questore attacca poi le famiglie: ci spiega la giornalista che «la famiglia no [non ha funzionato] e il questore ancora una volta lo ha ribadito perché troppo spesso i genitori sono impegnati a difendere e ad accontentare i loro figli e non vogliono aprire gli occhi. Quello che hanno visto gli insegnanti lo potevano vedere anche i genitori, ma non hanno voluto farlo». E’ noto infatti che le famiglie sono veramente felici per il fatto che i propri figli rischino la vita assumendo sostanze non controllate, acquistate sul mercato nero della droga ed entrino così in contatto con il mondo della criminalità.
Oltre a questo vengono presentate una serie di testimonianze, il tutto a cura di Lorenza Costantino. Qui “scopriamo” che sono tantissimi i giovanissimi e le giovanissime ad assumere sostanze di ogni tipo e genere, che queste vengono vendute anche nelle scuole a volte pure da studenti e studentesse insospettabili.
Bene e allora…che fare? Il proibizionismo è la risposta! O sbaglio? No, non sbaglio!
Segnaliamo tutti i consumatori alle autorità, sospendiamo i passaporti, i patentini e le patenti di guida, consigliamo a tutti di diventare habitué dei serT, medicalizziamo l’intera cittadinanza (tanto anche chi non usa sostanze psicoattive qualche peccato sicuramente lo commetterà, basta cercare a fondo!): tutti dallo psicologo – e perché no, dallo psichiatra. E non solo! Tutti dall’assistente sociale, perché ci è stato spiegato: la colpa è delle famiglie! E ricordiamoci che chi viene trovato in possesso di modesta quantità di sostanza illegale è già considerato spacciatore, quindi: arresto, processo, galera (e magari morte sospetta) per tutti! In poche parole: ghettizziamo migliaia di giovani cittadini e cittadine, roviniamo la vita a migliaia di famiglie. Perseguiamo gli stili di vita che non ci vanno a genio.
L’alternativa? Si, esiste. Si chiama ANTIPROIBIZIONISMO. Si chiama LEGALIZZAZIONE.
I governanti sono chiamati a prendere atto dei fenomeni sociali e a regolamentarli. Senza questo, esiste solo il PROIBIZIONISMO con il suo strascico di VIOLENZA, ILLEGALITÀ, COSTI SOCIALI, COSTI ECONOMICI e soprattutto di STERMINIO DELLA LIBERTÀ.
Mattia Da Re
(Tesoriere di “Radicali Verona”)
Fonte: http://www.radicaliverona.it/?p=115
- Login to post comments