Il software libero ha bisogno di scelte "radicali"
Eppur si muove. Nell'immobilismo tecnologico italiano i radicali, con la collaborazione di Agorà Digitale e l'Associazione Software Libero, hanno presentato il 29 maggio scorso un emendamento alla finanziaria affinchè le Pubbliche Amministrazioni investano in software libero.
In un Paese dove progetti per la diffusione del FOSS (Free Open Source Software) vengono addirittura premiati dal Ministero dello sviluppo economico, ma con un misero prestampato e nemmeno una stretta di mano, va da sè che bisogna fare le leggi per attuare ciò che in Francia viene applicato grazie al semplice buon senso.
- All'articolo 68 della legge del 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni ,al comma 1 sostituire la lettera d) con il seguente: "acquisizione di programmi informatici appartenenti alla categoria del software libero o a codice sorgente aperto";
- all'articolo 68 della legge del 7 marzo 2005, n. 82 e successive modificazioni, dopo il comma 1 inserire il seguente comma 1.bis: "a) La pubblica amministrazione, nella scelta dei programmi per elaboratore elettronico necessari alla propria attività, privilegia programmi appartenenti alla categoria del software libero o, in alternativa, programmi a codice sorgente aperto. In quest'ultimo caso il fornitore deve consentire la modificabilità del codice sorgente, senza costi aggiuntivi per l'amministrazione. La disponibilità del codice sorgente è posta in relazione anche alla opportunità per la pubblica amministrazione di modificare i programmi per elaboratore in modo da adattarli alle proprie esigenze"; b) La pubblica amministrazione che intenda avvalersi di un software non libero deve motivare analiticamente la ragione della scelta".
[a cura di Benedetto Motisi]
Fonte: http://www.agoradigitale.org/il-software-libero-ha-bisogno-di-scelte-radicali