Zero sì in 22 anni: i "panni sporchi" si lavano in casta

Dalla Rassegna stampa

 

Come volevasi dimostrare. La legge è uguale per qualsiasi cittadino, per i parlamentari un pochino di più. Quel che occorre, oltre i numeri impietosi, per definire prassi il no della Giunta della Camera alla richiesta di misura cautelare per Cosentino. Nessun allibratore, nemmeno il più spericolato, avrebbe quotato l`arresto del sottosegretario del Pdl. La matematica è pura: nel corso della Repubblica, e le scivolate con la giustizia sono frequenti, si contano 65 domande di autorizzazione all`arresto e soltanto 4 sì. Più espliciti: meno del 10%. Più disarmanti: 0 spaccato negli ultimi 22 anni. Dal missino Massimo Abbatangelo IX legislatura - per reati connessi alla detenzione illegale e all`uso di esplosivo e armi. Eppure nel `93, per sedare l`indignazione popolare, l`immunità prevista dall`articolo 68 della Costituzione fu abolita da una riforma che ripuliva le coscienze. Non tutta, in parte: resiste un`immunità parziale sull`insindacabilità delle espressioni fuori e dentro l`aula parlamentare, sulle perquisizioni e l`utilizzo delle intercettazioni e, appunto, l`esecuzione "in vincoli": maniera più elegante - tipica espressione di Pannella - per definire l`arresto. La casta è un`entità indistruttibile, capace di solidarizzare con il peggior nemico per farsi un amico in caso di sventura: e le sventure cadono a casaccio, a destra e sinistra. La breve e intensa XI legislatura racchiude il biennio di Tangentopoli: 28 richieste respinte, nel mucchio c`erano Craxi e il ministro De Lorenzo. Erano i mesi delle monetine al Raphael hotel e della craxiana invocazione: "Basta ipocrisia". E in effetti i colleghi concedevano gli estremi favori, poi avrebbero sgonfiato la bolla protettiva dell`immunità. Nella forma, non nella sostanza. Perché dal `96 i magistrati hanno chiesto l`arresto per 12 onorevoli: Dell`Utri, Previti e Giudice (Forza Italia), Cito (indipendente). E ancora: Sanza, Blasi e Fitto (FI), Luongo (Ds), Giandomenico (Udc). 11 benedetto (e provvidenziale) scranno ha riparato Giorgio Simeoni, uno dei preferiti di Silvio Berlusconi, ospite fisso alle feste di Villa Certosa. Simeoni è imputato per corruzione nel processo contro Anna Iannuzzi. La lady Asl aveva truffato i contribuenti laziali per decine di milioni di euro, da pentita ha confessato di aver stipendiato Simeoni (dai S ai 10 mila euro mensili più una "tredicesima" di 600 mila euro), all`epoca dei fatti assessore alla formazione e coordinatore regionale di Forza Italia. Il no categorico è un`eredità che si tramanda nei Palazzi politici, l`attuale Giunta - presieduta da Pierluigi Castagnetti (Pd) - è al terzo diniego di fila: inizia con Salvatore Margiotta del Pd, prosegue con Antonio Angelucci (Pdl) e finisce con Nicola Cosentino. E quindi sono 4 - incluso Abbatangelo - i parlamentari più sfortunati della Repubblica, gli unici a finire dietro le sbarre. Il primo (1955) fu Francesco Moranino del Pci, da capo partigiano aveva ordinato la fucilazione di sette persone, si ritirò in Cecoslovacchia e tornò per ricevere la grazia del presidente Saragat. Anni Settanta, anni di piombo: Sandro Saccucci doveva scontare una pena per omicidio, scappò in Inghilterra. 1 Radicali cercarono di salvare Toni Negri (`83) dal carcere di Rebibbia condannato per associazione sovversiva - con una candidatura a Montecitorio: pochi mesi di libertà, la fuga a Parigi e il ritorno dopo 14 anni. Ieri, oggi, domani, non cambia: la Giunta dirà no.

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