Wikileaks: crimini di guerra Ecco l'Afghanistan top secret

Dalla Rassegna stampa

Alla luce del sole Islamabad collabora con Usa, Nato e governo Karzai nella lotta ai talebani. Nell'ombra i suoi servizi segreti aiutano i ribelli. E uno degli inquietanti risvolti non ufficiali della guerra afghana, messi a nudo nel dossier raccolto da Wikileaks, sito web dell'attivista australiano per i diritti umani Julian Assange. Wikileaks è specializzato nella pubblicazione di documenti militari e di intelligence coperti dal segreto. Un altro aspetto sconvolgente del conflitto, che emerge dai 92mila testi divulgati ieri contemporaneamente dal sito Internet e da tre colossi della carta stampata (New York Times, Guardian, Spiegel) è l'elevato numero di vittime civili. Persone che continuano a morire per gli errori di mira o di giudizio dei soldati e dei servizi informativi.
INIZIATIVA IRRESPONSABILE
I documenti riguardano il periodo compreso fra il 2004 ed il 2009. Sono opera di «militari e funzionari dell'intelligence che descrivono operazioni letali che hanno coinvolto gli Usa», spiega Wikileaks. Nel capitolo riguardante quelli che un tempo l'ex-capo del Pentagono Rumsfeld definì «danni collaterali», vengono elencati 144 episodi in cui sono rimasti uccisi almeno 195 individui estranei al conflitto. Raid aerei su presunti covi dei ribelli, sparatorie contro innocui automobilisti scambiati per kamikaze in procinto di immolarsi. Wikileaks denuncia la reticenza o la falsità delle fonti ufficiali che al pubblico descrivono il Pakistan come un alleato collaborativo, mentre in privato protestano con le autorità di quel Paese per la loro doppiezza. Duramente criticato anche il silenzio sulla reale capacità bellica dei talebani, ed in particolare sulla provata acquisizione di missili terra-aria. In sostanza Washington è accusata di far apparire l'impegno militare in Afghanistan meno pericoloso di quello che sia in realtà. La Casa Bianca condanna l'«irresponsabile» fuga di notizie, e sottolinea che l'arco di tempo cui si riferisce il dossier è anteriore al varo della nuova strategia del presidente Obama, alla fine dell'anno scorso. Alcuni documenti riguardano l'Italia. Uno si riferisce al rapimento ed alla successiva liberazione del giornalista Daniele Mastrogiacomo nel 2007. «Il governo estone è profondamente contrariato con l'Italia per aver ceduto ai terroristi», si legge in un rapporto del 27 marzo. «Il governo di Tallin è preoccupato che le azioni del governo italiano possano mettere in le truppe estoni schierate». Mastrogiacomo venne liberato dopo uno scambio di prigionieri con i talebani, una trattativa complessa portata avanti con l'appoggio del governo di Kabul e mediata da Rahmatullah Hanefi, all'epoca manager dell'ospedale di Emergency a Lashkargah, che venne arrestato dopo il rilascio del giornalista. Hanefi era accusato di aver avuto un ruolo nel rapimento. La trattativa con scambio di prigionieri provocò tensioni. Alcuni Paesi, a partire dagli Stati Uniti, videro il complesso negoziato come un cedimento ai talebani.
DUE VERSIONI La coincidenza temporale è casuale, ma proprio nel giorno in cui Wikileaks denuncia l'alto numero di civili vittime di «fuoco amico», le autorità afghane rendono nota l'ennesima strage Nato di innocenti. Cinquantadue persone sono rimaste vittima di un tragico errore dei militari alleati pochi giorni fa nella provincia di Helmand. un reparto misto afghano ed internazionale si è scontrato con i talebani. I media locali hanno raccolto testimonianze di persone rimaste ferite nella sparatoria. É emerso che un razzo è stato lanciato su una casa nel villaggio di Rigi, uccidendo decine di individui inermi che vi si erano rifugiati. La Forza internazionale di assistenza alla sicurezza (Isaf) ha inizialmente ammesso una battaglia con i ribelli in quella zona, negando però che ci fossero morti fra i non combattenti. Ieri Kabul ha clamorosamente contraddetto la versione degli alleati. Il capo di Stato Hamid Karzai ha condannato l'episodio «nel modo più categorico possibile». Controreplica del contrammiraglio Greg Smith, direttore delle Comunicazioni dell'Isaf: «Qualsiasi congettura sull'esistenza di vittime civili è assolutamente infondata. Stiamo svolgendo un'esaustiva indagine congiunta con i nostri partner e riferiremo tutte le conclusioni quando saranno disponibili».

© 2010 L'Unità. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK