E per il voto bunga bunga l’opposizione attende il ritorno delle mamme

«Noi siamo un partito che pensa al futuro dell’Italia, ci riproduciamo. Non come il Pdl...» sorride, Antonino Lo Presti. Ma fatto sta che Fli e l’intera opposizione, a più di un mese dal voto del 14 dicembre, sono di nuovo preoccupati per il comportamento delle mamme della minoranza. Cosenza, Mogherini e Bongiorno li tennero in apprensione per giorni quando dovevano ancora partorire e il loro voto rischiava di essere determinante per la caduta di Berlusconi. Ora che si tratta di votare sull’autorizzazione a perquisire un ufficio del suddetto premier in relazione al caso Ruby, il tema torna attuale. Le tre non sono ancora tornate in aula dopo il parto e potrebbero dover aspettare ancora qualche giorno. E se è vero che la maggioranza sulla carta non rischia, è anche vero che per il terzo polo e per l’opposizione tutta non peggiorare il risultato di dicembre è condizione indispensabile per continuare a contare qualcosa.
Oggi tornerà a riunirsi la giunta per le autorizzazioni a procedere. Di certo il relatore pdl Leone proporrà di bocciare la richiesta di perquisire lo studio del ragioniere del premier Giuseppe Spinelli. Ed è possibile che nella relazione inserisca anche la proposta di definire «incompetente» il tribunale di Milano, che sta alla base della memoria difensiva consegnata ieri alla giunta da Ghedini e Longo.
Il risultato del voto della commissione è piuttosto scontato, i numeri sono favorevoli alla maggioranza e, volendo, i tempi potrebbero essere anche rapidi. «Se ci concederanno una seduta lunga si potrebbe chiudere anche giovedì», ha spiegato il presidente pd Pierluigi Castagnetti. Dipenderà dalla lista degli iscritti a parlare, ma se per il Pdl dovesse intervenire solo il capogruppo la giunta potrebbe pronunciarsi nella stessa seduta sull’orientamento che proporrà Leone, o al più tardi entro la fine della settimana parlamentare. Compatto il voto a favore della perquisizione da parte dell’opposizione, che pure in passato ha dovuto fare i conti con le posizioni più garantiste del radicale Maurizio Turco: «Non credo che i magistrati troveranno più granché, ma la perquisizione mi sembra legittima almeno in relazione al reato di concussione. Sui rapporti tra Ruby e il premier ho qualche dubbio, anche se pare che i pm abbiano in mano altre prove». Per essere sicura di mantenere almeno i risultati del 14, mamme comprese, l’opposizione ha bisogno di tempo. E potrebbe provare a far slittare il pronuciamento di Montecitorio di una o due settimane, posto che dall’arrivo delle carte la giunta (ma non l’aula) ha 30 giorni di tempo per decidere. L’interesse al rinvio al momento unisce maggioranza e opposizione, se è vero che il Pdl ha accettato di rimandare al 2 il voto su Bondi, per consentire ai membri del consiglio d’Europa la partecipazione al voto «contro la persecuzione dei cristiani». Passato il federalismo, posto che davvero passi, il voto su Bondi e quello sugli atti del caso Ruby torneranno ad essere banchi di prova importanti. E sul caso Ruby, potrebbe pesare la scelta di chiedere o non chiedere il voto segreto, ipotesi da escludersi se la proposta del relatore riguarderà soltanto l’incompetenza di Milano.
Ieri è circolata anche l’ipotesi che il Pdl volesse procedere con l’ennesima leggina per stoppare i magistrati. Luigi Vitali ha già presentato una proposta che ipotizza l’equa riparazione da parte dei magistrati per «ingiusta intercettazione di comunicazioni telefoniche o di conversazioni», mentre il pool degli onorevoli avvocati sta studiando provvedimenti che annullino la validità dei tabulati di «contatto» con Arcore, perché indirettamente intercettano le frequentazioni del premier. Al momento, le ipotesi sembrano tutte poco fattibili. In commissione giustizia la maggioranza non ha i numeri - grazie al gruppo dei responsabili maggioranza ed opposizione sono tornate in partità - e la strada dell’aula è già irta di parecchi ostacoli.
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