Voto agli immigrati, proposta di legge bipartisan

Dalla Rassegna stampa

Proposto e rilanciato da Gianfranco Fini, condiviso dall’Udc, Pd, Idv, ma inviso alla lega, è stato depositato alla Camera il progetto di legge che riconosce il diritto di voto per le elezioni amministrative ai cittadini extracomunitari regolarmente residenti in Italia da almeno cinque anni.
Tra i primi firmatari i deputati delle principali forze politiche di maggioranza e di opposizione: Walter Veltroni, Flavia Perina del Pdl e vicina a Fini, Roberto Rao dell’Udc, Leoluca Orlando (IdV), Salvatore Vassallo (Pd). L’approvazione del progetto, spiegano i proponenti, «costituirebbe un primo passo concreto per promuovere l’integrazione di persone che in molti casi già partecipano pienamente alla vita civile delle comunità locali in cui risiedono, sono rispettose delle relative consuetudini, lavorano con dedizione, pagano le tasse, hanno figli che vanno a scuola con i bambini italiani, condividono con i cittadini italiani le stesse esigenze e gli stessi problemi connessi alla fruizione dei servizi pubblici».
La presentazione congiunta del progetto da parte di esponenti di diversi gruppi dimostra che su questi temi «è possibile, oltre che necessario, un confronto tra tutte le forze politiche nazionali». A partire da oggi verranno raccolte ulteriori adesioni e nei prossimi giorni si terrà una conferenza stampa per esporre il contenuto del progetto. «Un primo effetto i firmatari lo hanno già ottenuto ed è quello di dimostrarsi sempre più lontani dalle esigenze reali del Paese», afferma il Luciano Dussin della Lega Nord. «L’unica nota positiva di questa proposta, così come di quelle sulla cittadinanza facile agli stranieri e sull’ora di religione islamica nelle scuole - continua Dussin - riguarda il fatto che consentirà ai cittadini elettori di valutare la qualità del lavoro di chi dovrebbe rappresentarli».
Rilancia il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari: «Fino a quando gli immigrati non avranno diritto di voto in Italia dovrebbero rifiutarsi di pagare le tasse. Chi lavora e paga le fisco deve anche eleggere i propri rappresentanti, è un problema che qualunque governo serio si dovrebbe porre».
Sul fronte dell’immigrazione vanno all’attacco anche i Radicali che contestano l’introduzione del reato di clandestinità. Emma Bonino è alla testa di un presidio di circa tremila immigrati per chiedere un incontro con Fini: « «Abbiamo proposto una legge - spiega l’esponente radicale - firmata sia dalla destra che dalla sinistra, per regolarizzare chiunque abbia un lavoro. Non è lo Stato che deve decidere se legalizzare chi fa un mestiere o no L’impegno è che la legge venga calendarizzata, non sarà facile perché questo è un periodo in cui non prevale la ragione ma altro, come i calcoli elettorali. Mi auguro che tutti e due i rami del Parlamento ne discutano».

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