«Voglio politici nella squadra»

Dalla Rassegna stampa

«Visto che splendida giornata?». Rispondeva così alle nove del mattino Mario Monti ai cronisti uscendo dall'hotel Forum, prima di andare a messa con la moglie Elsa a Sant'Ivo alla Sapienza. Ma ora dopo ora la giornata del professore si è fatta meno splendente. Il veto di Pier Luigi Bersani e di Silvio Berlusconi all'ingresso di politici nel governo, comincia a creare problemi. Ieri sera, all'ora di cena, il professore ha ufficialmente ricevuto l'incarico di formare il nuovo esecutivo.

E ha immediatamente cominciato l'esplorazione. Ma sono ore in cui emerge la preoccupazione di Monti per un governo tecnico, un governo del Presidente, eccessivamente slegato dai partiti. «Senza padri in Parlamento». Dunque debole e fragile. Soprattutto a scadenza. Aggettivi che il professore non vuole neppure sentir pronunciare.

Di questi timori, Monti, ha parlato con Napolitano. I segnali lanciati dal Pdl non sono incoraggianti. Sia perché il partito di Berlusconi parla, appunto, di «esecutivo a termine». Sia perché non si è spinto più in là di un «sì condizionato». A maggior ragione Monti, e l'ha ripetuto in serata a Berlusconi, vorrebbe un «forte collegamento e un ampio sostegno» della politica: «Il mio governo rischia di apparire come un corpo estraneo, come un extraterrestre precipitato nella Capitale», si è lamentato. Un marziano senza contatti nei Palazzi e senza know how delle dinamiche e dei regolamenti parlamentari sia in Aula che nelle Commissioni. Ed è probabile che il professore, per evitare di imbarcare solo tecnici, alzerà la voce con Bersani e Berlusconi per ottenere l'ingresso di politici.

Per venire incontro alle preoccupazioni del premier incaricato, dal Quirinale e dal Terzo Polo è arrivato il via libera a esplorare vie mediane. La prima è l'individuazione di personalità politico-istituzionali e la scelta potrebbe cadere sui vicepresidenti di Camera e Senato. I possibili ministri- Emma Bonino, Rocco Buttiglione, Maurizio Lupi, Vannino Chiti (apprezzato dal Colle) o Rosy Bindi.

L'altra ipotesi di mediazione è il battesimo di viceministri e sottosegretari politici. «Il mio compito è garantire il Paese sul piano internazionale ed economico», ha teorizzato ieri Monti, «ma per il lavoro in Parlamento ho bisogno di persone che sappiano rapportarsi con le Commissioni e conoscano bene le dinamiche e i regolamenti parlamentari».

Nei contatti di ieri, Monti, ha però fissato alcuni paletti. Ha ripetuto di non avere alcuna intenzione di considerarsi «a termine»: «C'è bisogno di un lavoro di lungo respiro». Fino alla scadenza naturale della legislatura.

E ha tranquillizzato chi, come Berlusconi e Bersani, temono una sua candidatura alle elezioni del 2013. «Compiuto il mio lavoro tornerò a fare ciò che ho sempre fatto». E c'è da crederci, visto che appare refrattario alla popolarità: «Ma poi tutto questo finisce?!», ha sussurrato agli uomini della scorta, dopo aver accettato di farsi fotografare vicino a palazzo Giustiniani insieme alla moglie Elsa. Ma c'è un altro incarico in palio: il nuovo Parlamento eleggerà il nuovo capo dello Stato: E molti hanno annotato da tempo questa data, scoprendo ora in Monti un possibile competitor.

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