Vittorio De Sica ispiratore di una buona iniziativa

Thomas Mann, "Herr und Hund", "Cane e padrone". Ricordate? In genere veniva posto come terzo racconto nelle raccolte classiche, dopo "Tonio Kròger" e "La morte a Venezia". Il racconto di una complessità, di un complesso, di una sofferenza, di un amore. C'è chi ci vede anche una grande pace, e c'è anche quella, ma la memoria ci dice che quella lettura (un tempo era uno degli ingressi privilegiati per gli adolescenti nella letteratura "degli adulti", oggi non sappiamo) instillò qualche chiaroscuro, qualche dubbio e finanche stortura almeno di fronte ad una complessità che Mann risolve come al solito con gesto fermo, sotto il quale si tenta di rendere armonica un'inquietudine mai sopprimibile. Certo, essendo novella-capolavoro, è lecito trarne ciò che più aggrada o fa comodo al momento. Qui ricordiamo quelle celebri pagine in relazione ad un'iniziativa contemporanea, rubricabile, appunto, sotto il "file" cane e padrone. Iniziativa che non sarà magari tra le priorità di ciò che serve per migliorare la situazione delle carceri in Italia, ma i Radicali nostrani pensano che permettere ai detenuti di incontrare il loro cane sia "una rivoluzione a costo zero". Per questo presenteranno un disegno di legge per permettere la "socializzazione" tra i detenuti e il proprio cane. "Fino ad ora la possibilità per un detenuto di poter incontrare il proprio cane era lasciata all'iniziativa di qualche direttore di istituto particolarmente illuminato", dichiarano i senatori Donatella Poretti, Marco Perduca e Alessandro Rosasco, membro del Comitato razionale di Radicali Italiani. "È successo recentemente a Verona e a Genova Pontedecimo - proseguono - dove due detenuti hanno potuto incontrare il loro animale; noi vogliamo che questa possibilità venga estesa su tutto il territorio nazionale", "Questa sarebbe una piccola rivoluzione a costo zero che può aiutare alcuni detenuti a vivere meglio una pena che si trasforma spesso in tortura". Storicamente, uno dei primi "colloqui" tra un detenuto e il suo cane fu quello concesso al terrorista di Prima Linea Sergio Segio. L'allora presidente della corte d'assise d'appello di Milano, Luigi Guicciardi, autorizzò Segio ad incontrare il suo pastore tedesco Igor in una pausa del processo a Prima Linea. Il cane, che non vedeva il padrone da otto anni, dal momento in cui era entrato in clandestinità, incontrò Segio nel cortile dell'aula Bunker di Milano. Secondo i Radicali "per un detenuto occuparsi di un cane serve a far emergere il senso di responsabilità: si hanno dei doveri, bisogna darsi da fare, lui dipende da noi. Anche questo è un buoni lubrificante sul senso del dovere, sul piacere di prendersi cura di un altro, sulla soddisfazione di sentirsi importanti, almeno per qualcuno". Il disegno di legge lascia ai direttori degli istituti la possibilità di organizzare come credono questa opportunità in modo da facilitarne l'adozione senza porre vincoli, evitando però "di trasformare il tutto in una iniziativa saltuaria che vanificherebbe gli effetti benefici". Ma sul fronte cane e padrone non è finita qui. C'è dell'altro, se amate "il migliore antico dell'uomo" (per molti il miglior amico sarebbe il gatto, ma non è questa la sede per disquisirne).
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