Il vincolo dei Responsabili

Dalla Rassegna stampa

Sul nuovo gruppo parlamentare dei Responsabili si concentra il sarcasmo e il dileggio da parte delle opposizioni che non perdonano a quei deputati di aver deciso di tenere in piedi il governo. A loro, a quanto pare, non si applica il principio costituzionale del "senza vincolo di mandato", esaltato invece per i deputati che avevano deciso di togliere la fiducia al governo. Non si tratta solo di un'evidente asimmetria di giudizio, ma della pretesa di introdurre un'inaccettabile gerarchia "morale" secondo la quale passare all'opposizione sarebbe segno di libertà di pensiero, passare alla maggioranza segno di corruzione.

In questa esasperazione sostanzialmente antiparlamentare, che porta poi a sostenere che la maggioranza sarebbe illegittima, si esprime la rabbia di chi ha tramato ribaltoni oggi e ne ha realizzati in passato, ha surrogato le secessioni, per esempio quella di Rifondazione, con l'apporto del manipolo raccolto da Clemente Mastella, anche lui, a suo tempo, "responsabile", ma che non si aspettava che il centrodestra fosse in grado di reggere su questo terreno tradizionalmente sfavorevole. Anche le pesanti ironie sugli esponenti di quest'area, dipinti come assetati di prebende, nascono dal rifiuto di riconoscere la dignità politica che spetta a qualsiasi parlamentare. I gruppi che concorrono alla maggioranza, da che mondo è mondo, hanno una presenza nel governo. Basta pensare a come erano costituiti gli affollatissimi governi di Romano Prodi.

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