Viale: "Ora tocca all'Aifa sbloccare la situazione"

Dalla Rassegna stampa
Silvio Viale è il medico torinese che da  più tempo si batte per l’introduzione  dell’aborto farmacologico in Italia. E`  stato lui ad iniziare al Sant’Anna il ciclo delle  sperimentazioni, dove la pratica fu poi  interrotta perché la Ru486 era somministrata  in day hospital. L’inchiesta della magistratura  finì con un’archiviazione. «Ma io  non ho una posizione ideologica a favore  della Ru486, come invece hanno gli antiabortisti  a favore dell’aborto chirurgico - tiene  a precisare - non penso che un metodo  sia migliore dell’altro in assoluto, ma che  entrambi debbano essere valutati a secondo  dei casi». Inutile dire, però, che Viale sia  a favore dell’uso della pillola abortiva senza  ricovero: «Se la legge italiana lo consentisse  non avrei alcuna difficoltà a somministrarla  in ambulatorio e con una pratica  sempre più domiciliare, come sta accadendo  in Francia».  

 Invece la legge Italiana non lo consente,  dunque di cosa parla chi teme l`aborto «In  solitudine»?  Su questa storia sono state dette diverse  balle. La legge individua solo nel medico  dell’ospedale l’unico autorizzato a praticare  l’aborto.   E la questione dei ricovero?  In realtà la differenza tra day hospital e  ricovero è puramente formale, perché se la  donna sta bene e vuole andare a casa il ricovero  diventa day hospital. Se la donna  ha bisogno il day hospital diventa ricovero.  La legge 194 non prevede il ricovero e  quando ne parla dice: «se necessario».  Quindi il ricovero è una decisione clinica e  se verrà imposto sarà una pura formalità  destinata ad essere superata.  

Un attimo, lei dà per scontato che la 194  non preveda II ricovero, mentre sulla questione  c`è polemica.  Non lo do per scontato io, è così. D’altronde  se fosse diversamente gli antiabortisti  non avrebbero motivo di alzare questo  polverone.  Cosa pensa della decisione dei Senato?  Il parere preso a maggioranza dalla Commissione  conta come una mozione approvata  dall`assemblea provinciale di un piccolo  partito.  

Cioè?  Cioè non c`è alcuna ricaduta pratica. E`  il governo che la prende a pretesto per  esprimere un parere che avrebbe potuto dichiarare in qualunque momento e che, tra  l`altro, non è affatto necessario per la registrazione  di un farmaco.

 Si paria Invece dl blocco della commercializzazione.  Le cose non stanno così. Se l’Agenzia  per il farmaco non procederà alla pubblicazione  si tratterà di un’autosospensione assolutamente  immotivata.  

E perché l`Aifa è ferma?  L’unico ostacolo attuale sembra essere  che la ditta produttrice della Ru486 non abbia  ancora inviato il «bugiardino» con le  modifiche richieste dall’Aifa. vorrei però ricordare  che quando nel 2007 l’Agenzia europea  del farmaco - su richiesta della Francia  - approvò la nuova scheda tecnica il voto fu unanime da parte della Commissione.  Anche l’Aifa, cioè, votò a favore. Quali  siano le indicazioni richieste per ora non lo  sappiamo, le vedremo quando sarà pubblicata  la scheda tecnica.  

Insomma, anche l’Agenzia per II farmaco  la sta prendendo alla larga..  E` chiaro che anomalo un iter durato  due anni, come è anomalo che da quattro  mesi attendiamo la pubblicazione della  scheda tecnica. Io prendo atto di una cosa:  ogni volta che ho auspicato che l’Aifa mantenesse  la schiena dritta vi è sempre stata  una reazione offesa. Quindi voglio pensare  che pur nelle difficoltà i dirigenti dell’Aifa  sappiano mantenere la dignità e il prestigio  internazionale che hanno. 

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