Vertice da Monti, il nodo resta la Rai

Il vertice con i leader dei partiti, tornati allo slang aggressivo del passato? Da palazzo Chigi fanno sapere di essere tranquilli e ostentano una serenità che affiora anche in dettagli apparentemente minori. Già da tempo era stato reso noto che dal 25 al 31 marzo Monti sarebbe stato impegnato in un viaggio in Corea, Giappone e Cina, dunque trattenendosi oltre confine per una settimana, un periodo che per le abitudini della politica nostrana è sempre stato considerato un piccolo azzardo. Ebbene, incurante di queste “superstizioni”, Monti ha fatto sapere che si tratterrà altri due giorni, partecipando anche al Forum di Boao, una sorta di Davos asiatica. Dettagli, certo. Ma da Palazzo Chigi Monti sta preparando il vertice di stasera con lo stesso passo: attento a non perdere la faccia sulle questioni chiave, dosando pesi e contrappesi tra destra e sinistra e a puntando ad un obiettivo politico: incassare dai tre partiti un caldo via libera sulla riforma del mercato del lavoro e, al tempo stesso, avviando verso la soluzione (ma senza poter chiudere) i due dossier più delicati, quello sul rinnovo dei vertici Rai e quello sulle norme anti-corruzione.
Ciò che consentirà al vertice di stasera di svolgersi senza eccessive tensioni è stata la decisione del governo di imprimere una svolta alla trattativa sul mercato del lavoro: dando l’impressione alle parti sociali di allentare, almeno un po’, i cordoni della borsa, ma anche la “pressione” sulle norme relative ai licenziamenti. Una svolta che, nei commenti informali, è stata salutata con grande soddisfazione da Pier Luigi Bersani, tanto è vero che ieri pomeriggio nello staff del segretario si faceva notare come all’improvviso, generalizzato ottimismo delle parti sociali facessero da significativo contrappunto le dichiarazioni al rialzo di un personaggio come Maurizio Sacconi, a sinistra considerato una sorta di “provocatore in servizio permanente effettivo” ogniqualvolta c’è di mezzo la Cgil.
E così, mentre la questione più complessa ha finito per stemperarsi, per Monti resta di difficile soluzione l’enigma Rai, un dossier sul quale tanti premier si sono “persi” e sul quale il presidente del Consiglio sa di giocarsi almeno un po’ della sua credibilità. Il 28 marzo il direttore generale Lorenza Lei presenterà il bilancio e contestualmente alla sua approvazione, il Cda dovrà dimettersi. Sul rinnovo dei vertici i due partiti-guida della maggioranza hanno posizioni contrapposte: il Pdl è per il rinnovo del Cda con le attuali regole, il Pd è per riformare la governance della Rai, con l’aggiunta di due no molto netti, quelli che spiega Giorgio Merlo, vicepresidente della Commissione di vigilanza: «No al commissariamento e no alla privatizzazione». Nel vertice di stasera, Monti sembra abbia l’intenzione di fare un giro di tavolo nel corso del quale Pdl, Pd e Terzo polo spiegheranno di nuovo le proprie posizioni, che dovrebbero confermarsi così distanti da non consentire una mediazione immediata.
Relativamente più avanzato il compromesso sul fronte della giustizia. Sul fronte dell’anticorruzione, Monti dovrebbe proporre una delega al governo, partendo dalla Convenzione di Strasburgo che proprio ieri è stata ratificata (con un ritardo di 13 anni) dal Senato. Il recepimento nell’ordinamento nazionale dovrebbe essere affidato al Guardasigilli, sia nella configurazione del nuovo reato di corruzione privata che nella modifica del reato di concussione. Il governo, invece, resiste alla richiesta dei partiti che, dopo aver abolito la norma che consente le commissioni per le banche, ora vorrebbero che sia l’esecutivo a farsi carico di un ritorno alle origini. Intanto, nell’ambito del governo, curiosa esternazione del ministro per la cooperazione Andrea Riccardi. Nel corso della presentazione del libro di Marco Damilano “Eutanasia di un potere”, Riccardi ha letto una citazione di Monti del 1992: «La consultazione con le parti sociali è importante ma nella attuale situazione, quando il governo ottiene il consenso del Parlamento, che bisogno c’è di autoinfliggersi l’onere di una ricerca faticosa, con riunioni spesso notturne, di un accordo con le parti sociali?». Una citazione fatta col gusto dello storico, con nessuna “attinenza” con l’attualità.
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