Le verità di regime secondo Sergio D'Elia

Parlando di terrorismo
«Ormai solo il cinema e la letteratura riescono raccontare i tempi del terrorismo in Italia». Sergio D’Elia, ex terrorista oggi alla guida di Nessuno Tocchi Caino, è stato da me intervistato a Red Tv in occasione dell’uscita del film Prima Linea.
D’Elia ha rievocato i fatti che ispirano la pellicola: «Il film racconta un episodio, accaduto realmente: l’assalto organizzato da Sergio Segio al carcere per far evadere Susanna Ronconi, che era la sua compagna. Non è stato di certo un episodio della lotta per l’avvento del comunismo, piuttosto Sergio Segio voleva liberare la sua bella. Purtroppo ci rimise la vita un pensionato che passava di lì con il cane».
Aspetti oscuri
Per D’Elia sul terrorismo non è stata detta la verità agli italiani: «Le sentenze dei tribunali sono una verità regime. Prendete il caso Moro. Non ha parlato nessuno, non ha parlato Mario Moretti che è stato il capo dell’organizzazione. Ha parlato solo Valerio Morucci che è stato il megafono della verità di regime, come aveva capito Leonardo Sciascia, come aveva capito il senatore Sergio Flamigni che su questo ha scritto libri. Ma sono cose che non si possono dire, Dc e Pci dovettero garantire gli equilibri di Yalta».
Giudici nel mirino
D’Elia mi ha parlato anche dell’uccisione “parallela” di due giudici che indagavano sulle questioni più oscure del terrorismo: «Noi di Prima Linea uccidemmo il giudice Alessandrini, i Nar di Fioravanti uccisero Amato. Erano omicidi che potevano essere prevenuti.
Perché non siamo stati fermati?». Nel finale della trasmissione, ho praticamente litigato con D’Elia proprio per la durezza dei miei giudizi di Mario su Giusva Fioravanti e Francesca Mambro.
Ha detto D’Elia: «La sentenza di Bologna è un altro caso di verità di regime. Non sono stati loro. È vero, hanno ucciso molte altre persone ma perché non devono avere diritto a tornare in libertà, a essere recuperati ad una dimensione di unità? Quando sono stato invitato a questa trasmissione ho pensato: perché devo andare da quello stronzo di Adinolfi?».
Io ho replicato: «Forse gli stronzi siete voi che avete sparato alla gente». Ammetto di avere esagerato, ma l’intervista l’hanno guardata solo i pochi che seguono Red Tv e al limite i miei seguaci on line. Spero che i lettori di Europa possano recuperare via web la puntata, aiutandomi a capire se sono io ad essere troppo sensibile sul tema o se la spocchia di chi ci spiega che loro sono stati sì terroristi, ma in realtà sono stati vittime di uno Stato-regime che non li ha fermati perché aveva interesse ad aver abbattuti alcuni suoi simboli, è francamente intollerabile. Quello stesso Stato-regime a cui non dobbiamo credere quando emette le sentenze, ma che poi lascia liberi gli stragisti. Perché, ricordiamolo sempre, Giusva Fioravanti e Francesca Mambro sono condannati con sentenza passata in giudicato per i più efferati delitti della storia repubblicana, compresa la strage di Bologna. E liberi.
Vergognosamente liberi.
© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments