Verità celate e "ragioni di Stato"

Un bell'articolo di Francesco Semprini sulla Stampa di ieri raccontava la storia dei "Pentagon Papers ", una relazione sui rapporti fra USA e Vietnam dal 1945 al 1967 ufficialmente desecretata in questi giorni, scaduto il termine dei 40 anni. Solo che quelle carte, allora segrete, vennero pubblicate dai giornali americani già nel 1971. Le fece uscire un ufficiale, consulente del Pentagono.
L'impatto fu forte perché c'era la prova che i presidenti USA avevano mentito a proposito della guerra in Vietnam. L'ufficiale passò guai serissimi e l'amministrazione Nixon lo perseguitò con indagini e procedure che i giudici ritennero illegali. Contro di lui vennero usati ex-agenti CIA per aggirare la legge che vietava all'agenzia di Langley di spiare cittadini americani. Poco dopo Nixon incappò nello scandalo Watergate e alla fine il simpatico ufficiale se la cavò proprio per l'assoluta illegalità delle indagini a suo carico. Ma, e qui sta la morale della storia, oggi quelle procedure sono state rese perfettamente legali dalle leggi varate da Bush jr e, purtroppo, confermate da Obama. E la discrezionalità del presidente in materia è molto aumentata dai tempi di Nixon. Dunque la verità può essere nascosta ai cittadini e la "ragione di Stato " difesa in tutti i modi. Spesso siamo portati a pensare ai paesi di cultura anglo-sassone come baluardi dei diritti e refrattari alle legislazioni di "emergenza ". Resta sostanzialmente vero, ma sempre meno.
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