Articolo di Monica Guerzoni pubblicato su Corriere della Sera, il 15/02/11
Caccia grossa in Transatlantico. Sette, otto, persino nove deputati sarebbero pronti a salutare le opposizioni per accasarsi nel Pdl e dintorni. Silvio Berlusconi avrebbe messo le mani su un tesoretto di voti che sarebbero in arrivo da tutti i partiti di minoranza, dal Fli all’Udc, dal Pd all’Idv. Denis Verdini, il più attivo sul fronte acquisti tra i coordinatori berlusconiani, ha intensificato telefonate e incontri riservati e guarda «con grande curiosità» a quel che accade nella compagine finiana, lacerata dal congresso di Milano. E nel governo, dove pure non si esclude il ricorso alle urne anticipate, c’è anche chi ostenta ottimismo. «Arrivare a 325 alla Camera è un buon numero - commenta le ambizioni del premier il ministro Roberto Calderoli -, ma si può fare di più, 330 è più bello... Permetterebbe di tornare maggioranza in tutte le commissioni permanenti».
L’inquietudine dei finiani ha messo di buonumore gli avversari, che danno ormai per certo l’addio di Luca Barbareschi a Fli: «Se dobbiamo fare accordi con D’Alema allora è meglio andare via». Lascerà Fini per Berlusconi? «Daremo battaglia, tre quarti di noi sono contrari alle decisioni del congresso. Puoi criticare la tua stessa storia ma non puoi fare un regicidio». Non ha digerito che Fini le abbia dato del pagliaccio? «Come vedete altri sono i pagliacci, altri i trasformisti». Quindi è vero, ha deciso? «Non puoi allearti con i magistrati e con Lerner e non ammettere che Maroni, Tremonti e la Gelmini sono in gamba..» In grande disagio è l’onorevole Roberto Rosso, che però prende tempo: «Non ho deciso niente, davvero». Ha visto Verdini, però... «L’ho visto due settimane fa e mi ha proposto delle cose, ma per adesso non c’è nulla». Sarà. Ma intanto i finiani scalpitano anche al Senato. A cominciare da Francesco Pontone, il quale a Milano non si è fatto vedere.
«Dentro Fli si sono accumulati risentimenti pesanti - sospira Silvano Moffa, che oggi riunirà il gruppo di "Iniziativa responsabile" -. Non credo che Barbareschi potrà restare in Fli dopo che lui e Fini si sono presi a male parole. La cosa più probabile è che si dimetta da deputato». Eppure dal Pdl giurano che il bottino vero non arriverà dal Fli, ma dagli altri partiti della minoranza. «Il congresso di Fini è stato un fallimento esulta Saverio Romano, leader dei "responsabili" -, se poi arriveranno i radicali andremo ben oltre i 325». Tre giorni fa Marco Pannella ha visto di nuovo Berlusconi e Gianni Letta e l’accordo sarebbe maturo. Ma per quanto Moffa e Luciano Sardelli, capogruppo provvisorio dei «responsabili», siano convinti che «i radicali ci sono», tra i sei deputati antiproibizionisti eletti con il Pd nessuno parla di lasciare i democratici. L’idea è piuttosto quella di sostenere con il voto provvedimenti su Giustizia, carceri e crisi economica, in linea con le battaglie storiche di Pannella ed Emma Bonino. «Per ora non c’è nulla - smentisce patti già siglati Rita Bernardini -, anche perché in Aula sta per arrivare il testamento biologico, una legge orrenda».
Intanto però a far parlare di sé, e di un imminente, possibile ritorno nell’ovile berlusconiano, è l’onorevole giornalista Paolo Guzzanti. Il quale ieri ha firmato sul Giornale un articolo di veemente critica alla manifestazione «golpista» delle donne: «Abbattere Berlusconi con le armi improprie, quelle che ho chiamato "piede di porco", è un atto non tanto contro Berlusconi, ma contro la democrazia». Parole che a Palazzo Chigi sono state particolarmente gradite. Gli uomini di Berlusconi non mollano la presa sull’Mpa e, in particolare, su Ferdinando Latteri. E guardano con attenzione anche al Pd. «Persino Antonio Di Pietro - ride Saverio Romano - darà il suo contributo alla causa del governo...».
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