i Verdi lasciano la Bonino: "Non ci sono le condizioni"

Dalla Rassegna stampa

Bye bye Verdi. La coalizione che sostiene Emma Bonino perde un pezzo: «Ad oggi non ci sono le condizioni per presentare le liste nel Lazio», dice Angelo Bonelli, presidente nazionale del partito. È la punta dell'iceberg: i malumori, anche nel centrosinistra, non mancano. E il tema è lo stesso che fa litigare il centrodestra: il listino bloccato. Bonelli, al telefono, lo ammette: «Quello che sta accadendo è incredibile: vogliono fare fuori i partiti cosiddetti minori, che poi minori non sono», sbotta. Il perché è presto spiegato: tra la Bonino e il Pd c'è in atto un braccio di ferro. La candidata presidente, e i radicali, hanno chiesto di esprimere sette nomi, cioè la metà. E Alessandro Mazzoli, segretario regionale dei democratici, a questa richiesta ha fatto un salto sulla sedia: «Veramente sette posti li chiediamo noi...», ha risposto. Facile il conto: sette più sette, uguale 14. Cioè tutto il listino. E gli altri?
L'Idv? I partiti della sinistra (Federazione e Sel)? I Socialisti? I Verdi? Sarebbero rimasti tutti al palo. Da qui le trattative: qualcosa, agli altri, occorreva pur concedere. I Verdi, alla fine, si sono tirati fuori: «Molti consiglieri comunali, specie nelle province, non si rendono disponibili per autenticare la raccolta delle firme», prosegue Bonelli. A problema, però, per la Bonino è politico. E riguarda anche altre anime della coalizione, dentro e fuori il Pd. Tra i democratici, l'ala cattolica è in subbuglio: e anche qui, in alcuni casi, c`entra la composizione del listino. La Bonino vorrebbe gente non legata direttamente ai partiti, e questa posizione ha creato un piccolo terremoto interno. E, fuori dal Pd, in molti pensano che (da Bonino non corra per vincere nel Lazio, che dà già per perso, ma solo per rafforzare il partito Radicale». Che sia solo lo sfogo di un dirigente, o la verità, basta per dare un'idea del clima. Qualcuno lamenta anche lo scarso lavoro di squadra nel comitato elettorale di viale Trastevere: «Sembra una sezione di Pannella,
più che una coalizione».

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