Il verde "pentito" ora spinge l'atomo

Bando alle illusioni: vento e sole non salveranno né il clima né le economie, siano esse ansimanti o emergenti. Anzi, svenarsi con le energie verdi «rischia di impoverirci», perché «il loro costo, ancora esorbitante, fa aumentare le bollette». Bene la ricerca, bene l'impegno. Ma il traguardo di una resa compatibile con i bisogni è lontano. La soluzione? Per ora «solo l'energia nucleare può sostenere la lotta ai cambiamenti climatici. Ha costi comunque competitivi, è ormai assolutamente sicura e ostacolarla rappresenta per gli ambientalisti un clamoroso errore». Parola di Patrick Moore, ex nemico dell'atomo già co-fondatore di Greenpeace e ora nemico (ben corrisposto) della principale organizzazione ecologista del pianeta.
Moore è in Italia per un serrato ciclo di conferenze. Ieri sera era all'Enel a testimoniare il sostegno i nuovi progetti atomici italiani, dopo aver sostenuto la sua campagna proatomo con una conferenza mattutina insieme al principe dei "riconvertiti" italiani, Chicco Testa.
Il grande equivoco di cui sono stati preda gli ambientalisti? Aver mescolato frettolosamente, allora ma succede anche oggi, il nucleare militare con quello civile: tecnologia distruttiva sul primo versante ma «miracolosa» sul secondo. Ancora più miracolosa in futuro «quando il problema delle scorie, già oggi di portata ridotta, non esisterà più, perché le scorie di oggi potranno essere riutilizzate praticamente all'infinito nelle centrali di prossima generazione».
Un miracolo che può gratificare - esorta Moore - in particolare l'Italia «che ha tante coste e tanto mare e dunque è nella situazione ideale per risolvere l'unico vero vincolo del nucleare, rappresentato dal raffreddamento».
Gli incidenti atomici del passato? «Irripetibili perché frutto di errori umani combinati con tecnologie neanche lontanamente comparabili con i sistemi automatici di protezione e salvaguardia delle centrali di oggi» taglia corto Moore ripetendo che «le poche decine di morti provocati nel passato da incidenti nucleari nulla sono a confronto delle migliaia di vite stroncate, ancora oggi, nelle miniere di carbone o dall'inquinamento prodotto dai combustibili fossili».
Moore vivrebbe vicino ad una centrale atomica? «Ci vivrei dentro. E' il posto più sicuro al mondo. Lì c'è una cultura della sicurezza che non ha pari» provoca il sessantatreenne scienziato dell'ambiente di origine canadese. Le polemiche sui sussidi pubblici concessi al nucleare (e promessi ora anche da Obama)? «Comunque minori, rispetto alla resa, di quelli obbligatoriamente concessi alle energie rinnovabili».
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