La vera opposizione è quella in toga

Dalla Rassegna stampa

Chi passasse in questi giorni per i corridoi della politica usmerebbe nell'aria un clima da fine anno scolastico. Non ci crede più nessuno in una ricomposizione tra Pdl e Fli. I parlamentari paiono più ansiosi di capire come garantirsi un posto anche nella prossima legislatura che non di informarsi su come portare avanti le riforme. Questa agitazione si vive anche a livello locale, anche se per altri motivi.
Le settimane scorse i radicali hanno convocato una conferenza stampa per denunciare la presenza di alcune firme false nelle liste del presidente lombardo Roberto Formigoni. Il radicale Marco Cappato ha dichiarato di avere le prove che «almeno 350 delle firme presentate dalla lista Formigoni alle ultime elezioni sono false». Si ricorderà che la questione era già stata sollevata nelle settimane immediatamente precedenti il voto e, dopo le opportune verifiche, le firme erano state ritenute valide e autentiche.
Formigoni ha replicato a muso duro: «È la solita iniziativa propagandistica dei radicali, ai quali non intendo fornire alcuna eco. Facciano la querela che hanno minacciato e risponderemo in quella sede. Le loro affermazioni sono del tutto false, offensive e infondate. Gli elettori si sono pronunciati chiaramente, dando la vittoria a me e alla mia coalizione e nessuno riuscirà a rovesciare la loro volontà». Se Formigoni può dormire sonni tranquilli, lo stesso non si può dire per il leghista Roberto Cota, governatore del Piemonte, anche lui al centro di una complicata storia di riconteggio. La sconfitta Mercedes Bresso (Pd) ha chiesto il riconteggio di due delle liste alleate all'attuale presidente. «Da questo riconteggio ha detto l'esponente del Pd - risulterà che ho più voti di Cota. Se poi ci sarà una ri-proclamazione o una nuova elezione ce lo dirà il Tar». Le liste incriminate sono "Consumatori e Al centro con Scanderebech". Andasse a buon fine il ricorso della Bresso, Cota perderebbe quel minimo vantaggio che gli permise di batterla. Dalle parti della Lega non si parla d'altro.
La settimana scorsa Umberto Bossi ha emesso una nota ufficiale per difendere «un ragazzo che ha vinto democraticamente le elezioni». «Se vogliono far perdere Cota - ha aggiunto - si mette male per la democrazia, perché chi ha perso, ha perso e basta. C'è qualcuno che vuole annullare dei voti validi». Dal canto suo, Roberto Cota fa sapere a Tempi che «la Bresso dovrebbe vergognarsi. Se c'era una valutazione negativa sulle liste andava espressa prima delle elezioni, non dopo. Bisogna saper perdere, non appigliarsi a cavilli giuridici, andando contro la volontà popolare».

© 2010 Tempi. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK