Uzoma, vittima comunque del penitenziario

“Il detenuto non si massacra in sezione, si massacra di sotto. Abbiamo rischiato la rivolta. C`era il negro che ha visto tutto”. Così si sarebbe espresso, il 22 settembre scorso, l`ex comandante della polizia penitenziaria del carcere di Teramo, Giuseppe Luzi, poi rimosso dal suo incarico dal ministro Alfano dopo che la frase in questione, recapitata come file audio ai media locali, fu pubblicata aprendo la strada a un`indagine tutt`ora in corso. Nel giorno in cui vengono emanati sei avvisi di garanzia per quei fatti (uno per il Luzi, quattro per altrettante guardie presunte esecutrici del pestaggio al quale si fa riferimento in quell`audio, uno per il detenuto italiano che ne sarebbe vittima, a sua volta denunciato dagli agenti per aggressione), il «negro» muore dietro le sbarre nel carcere del capoluogo abruzzese. Si chiamava Uzoma Emeka, 32 anni, nigeriano: se ne è andato prima di poter raccontare la sua verità in un`aula di giustizia. Non sappiamo se sia un esercizio paranoico o un atto di ragionevole pessimismo il mettere in relazione la morte di Emeka con la storia dalla quale sarebbero emerse le pratiche brutali in uso a Castrogno. Stando alla prima ricostruzione l`uomo si sarebbe sentito male al mattino, verso le 8.30; portato in infermeria per le prime cure, con il peggiorare del quadro clinico ne sarebbe stato disposto il trasporto in ospedale, ormai nel pomeriggio; è poi morto sull`ambulanza, dopo una prima inefficace defibrillazione praticatagli nel penitenziario. Può darsi che tutto ciò corrisponda al vero, può darsi che dagli accertamenti che verranno eseguiti non emergano omissioni e negligenze tanto da parte del personale di sorveglianza quanto da parte di quello medico. Ma questa morte, l`ultima di una serie che fa del 2009 l`annus horribilis della storia repubblicana quanto a decessi nelle carceri, non può essere compresa se non si fa mente a quanto ricorda meritevolmente Rita Bernardini. Il carcere di Castrogno è senza direttore; vi sono stipati 400 detenuti rispetto a una capienza effettiva di 230; vi sono in servizio 155 agenti rispetto ai 203 previsti; gli educatori sono solo 2, oltre il 50 per cento dei reclusi è malato e molti sono affetti da malattie psichiatriche incompatibili con il regime di detenzione; l`assistenza psichiatrica e psicologica è pressoché nulla; le celle sono malmesse, fredde e umide e i detenuti vi passano tutto il giorno perché non è prevista alcuna attività trattamentale. Manca persino il cappellano a Castrogno. Se Uzoma Emeka è vittima di un semplice malore, egli è al contempo vittima di un sistema detentivo incompatibile con il benessere e la dignità della persona.
© 2009 Radicali italiani. Tutti i diritti riservati
SU
- Login to post comments