Uno degli arrestati con Ponzoni era un consulente della Moratti

Dalla Rassegna stampa

Antonino Enrico Brambilla, l'ex vice presidente della Provincia di Monza arrestato dalla Guardia di Finanza per il crac dell'immobiliare "Pellicano" assieme, tra gli altri, all'ex assessore regionale Massimo Ponzoni, era stato nominato dall'ex sindaco Letizia Moratti consulente di Palazzo Marino per la stesura del Pgt. La conferma viene dall'elenco delle consulenze del Comune dal primo giugno 2006 a oggi e dai relativi contratti che precisano, senza possibile margine di errore, la durata, la descrizione dell'incarico, e il compenso: 91.200 euro complessivi, tutti naturalmente a carico delle casse comunali. Così suddivisi: 30mila per l'incarico di consulenza professionale in materia giuridico urbanistica per la redazione del Pgt nel periodo dal 21 dicembre 2006 al 30 aprile 2007; altri 31.200 per il rinnovo dell'incarico di consulenza per la stessa materia da125 giugno al 31 dicembre, sempre del 2007; ulteriori 29mila per l'incarico di consulenza e assistenza legale dal 17 settembre al 31 dicembre 2007.

Nella motivazione dell'incarico il direttore direttore del Comune era stato categorico: «Già il Piano regolatore generale costituiva un atto di straordinaria complessità scriveva nel contratto - Il Pgt non è da meno, pur strutturandosi in modo completamente diverso. Si ritiene quindi necessario dotarsi di uno specifico supporto giuridico specialistico nella materia urbanistica al fine di riformare completamente ex novo la regolamentazione urbanistica e la disciplina d'uso dei suoli urbani». E l'avvocato Brambilla sembrava proprio la persona adatta. Del resto, il suo compito era chiaro. Scritto nero su bianco: doveva «predisporre la bozza normativa del Pgt e la proposta al Comune per modificare la legge regionale 12 del 2005». Oltre all'esame delle proposte per l'adeguamento con il Ptcp, il Piano territoriale della Provincia: un incarico di assoluta responsabilità. Il consigliere comunale radicale Marco Cappato, però, osserva: «Al di là di qualsiasi responsabilità giudiziaria è evidente che esiste un vero e proprio sistema di relazioni, intrecci e conflitti d'interesse che investe i piani urbanistici di mezza Lombardia. A scapito dell'ambiente».

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