Università, è polemica sugli scontri

Ieri il Daspo, oggi l’arresto preventivo. Le forze di Governo, dopo gli scontri della scorsa settimana a Roma, vogliono giocare d’anticipo. E annunciano giri di vite, mentre il presidente del Senato Schifani rivolge agli studenti, che si preparano a scendere di nuovo in piazza il 22 in concomitanza con lo sprint finale della riforma universitaria, un appello affinché protestino «con compostezza e nel rispetto delle regole». «Invece delle sciocchezze che vanno dicendo i vari Cascini e Palamara, qui ci vuole un Sette aprile» ha detto il capogruppo del Pdl al Senato evocando quel giorno del 1979 in cui furono arrestati tanti capi dell’estrema sinistra collusi con il terrorismo. «Qui serve - ha spiegato - una vasta e decisa azione preventiva. Si sa chi c’è dietro la violenza scoppiata a Roma. La sinistra, per coprire i violenti, ha mentito parlando di infiltrati. Bugie. Per non far vivere all’Italia nuove stagioni di terrore occorre agire con immediatezza». Affermazioni che, come prevedibile, hanno rinfocolato le polemiche già sollevate ieri dalla proposta di estendere il Daspo anche alle manifestazioni di piazza. «Quello che propone Gasparri è contro la nostra Costituzione. Le sue sono parole pericolose. Se Gasparri conosce nomi e cognomi li faccia. Sennò lasci lavorare e rispetti le autorità competenti senza avvelenare il clima con dichiarazioni provocatorie e parafasciste», ha commentato la capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro. Per il leader dell’Italia dei valori, Antonio Di Pietro, le parole di Gasparri «Confermano soltanto la volontà del governo e di questa maggioranza di imporre il modello fascista». Critici anche i finiani: «Tra fantasiose proposte di Daspo per i manifestanti e farneticanti ipotesi di arresti preventivi, Pdl e Lega rischiano di creare ha dichiarato Fabio Granata - dinamiche sudamericane in Italia». «Fascismo da sceriffi» l’accusa di Mario Staderini, segretario di Radicali italiani. Schierate a fianco dell’ex ministro delle Comunicazioni le colleghe di partito Jole Santelli e Isabella Bertolini. Alle parole di Maurizio Gasparri «non viene data risposta politica ma solo - ha osservato Santelli - inutili e sterili insulti». «C’è da chiedersi - ha aggiunto Bertolini - se tutti questi indignati dell’ultim’ora vogliano davvero un rigoroso rispetto della legge durante le manifestazioni». E mentre il presidente dei senatori Pdl risponde alle accuse facendo notare che «è molto grave che in molti invece di condividere la prevenzione contro la violenza, preferiscano insultare e fiancheggiare chi ha devastato Roma», Pietro Calogero, il magistrato autore proprio dell’inchiesta 7 aprile, giudica «contrario all’obiettività storica» un parallelo tra le violenze studentesche e la vasta operazione che nella primavera del ‘79 decapitò Autonomia Operaia. In ogni caso - puntualizza Valerio Onida, presidente emerito della Corte Costituzionale - «ipotesi di questo tipo al limite dovrebbe farle la magistratura, non un politico». Continuano, intanto, le polemiche sul Daspo. Se il governatore del Lazio, Renata Polverini, si mostra cauta - «bisogna capire se è realizzabile nella sua applicazione» -, il presidente del consiglio regionale della Lombardia, Davide Beni, definisce la misura «un atto di responsabilità» e il leghista Michelino Davico «una forma di dissuasione». Intanto, gli studenti, che da oggi si mobilitano di nuovo contro il Ddl Gelmini, annunciano un «assedio» ai palazzi romani. E mentre cresce la tensione sul fronte dei disordini di piazza, in vista del 22, giornata cruciale delle proteste studentesche per la concomitanza con il voto in Senato sulla riforma della istruzione - gli universitari cercano di attivarsi in più direzioni. Oggi sono in programma manifestazioni in tutte le facoltà mobilitate, per programmare le iniziative, che qualcuno annuncia "eclatanti" dei prossimi giorni. «È tutto ancora in discussione fanno sapere gli studenti di Link Collettivo - Domani sera (stasera) forse si saprà qualcosa sulle modalità che abbiamo scelto per manifestare. Riguardo a una possibile "trattativa" con la Questura di Roma a noi non risulta».
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