Uninominale, i radicali creano un'associazione

Dalla Rassegna stampa

 

I radicali annunciano la creazione di un'associazione a sostegno dell'appello per l'uninominale pubblicato dal Corriere e presentano il sito (www.uninominale.it) dove raccogliere le sottoscrizioni per il ripristino dei collegi. «È nostra convinzione affermano Emma Bonino, Marco Cappato Mario Staderini e Elisabetta Zamparutti che uno degli obiettivi di ogni riforma elettorale sia quello di restituire ai cittadini elettori la libertà di scegliere il proprio rappresentante nelle assemblee legislative a ogni livello». Ecco perché, aggiungono, «il sistema uninominale maggioritario che consente di collegare una persona in modo diretto e preciso a una determinata e circoscritta area geografica è lo strumento più adatto per responsabilizzare i rappresentanti istituzionali alla tutela dell'ambiente del quale dovrebbero essere espressione».
La nota dei radicali entra nel dibattuto attorno alle ipotesi di nuovi sistemi di voto. E le idee in proposito sono le più disparate. Se da un lato invoca il ritorno all'uninominale l'appello pubblicato dal Corriere - giungono nuove adesioni bipartisan: l'economista Fiorella Kostoris, Innocenzo Cipolletta, i senatori Fistarol, Menardi, Tomaselli, e deputati nazionali Barbareschi, Mogherini, Melandri, il parlamentare europeo Tatarella e il governatore della Basilicata De Filippo (Pd) - dall'altro c'è chi prende in considerazione altri meccanismi. Francesco Rutelli, che guida Alleanza per l'Italia, sostiene che «tutto è meglio del Porcellum». Quella in vigore, a suo giudizio, «è una legge con un premio di maggioranza che crea coalizioni incoerenti».
Rutelli, contrario a riesumare il vecchio Mattarellum, auspica invece «un sistema con pochi partiti, al massimo cinque ,o sei, omogenei e coerenti tra di loro: noi abbiamo presentato una proposta precisa per il modello tedesco con collegi uninominali».
Il dipietrista Massimo Donadi non precisa quale sia la sua preferenza ma osserva che «Pdl e Lega difendono la casta. La loro difesa a oltranza della legge porcata ha l'obiettivo di conservare il potere di nomina dei parlamentari nelle mani delle segreterie dei partiti. Così è più facile far entrare in Parlamento corrotti e corruttori, inquisiti e condannati, affaristi delle cricche e amici degli amici». Insomma, per lui «questa legge truffa va cambiata e va restituito il potere di scelta ai cittadini. In Parlamento devono sedere gli eletti, non più i nominati».
In questo contesto un altro esponente dell'Alleanza per l'Italia, Pino Pisicchio, avanza una proposta del tutto differente. «Prima ancora della riforma elettorale o in parallelo ad essa - spiega il vicepresidente della Giunta per le elezioni della Camera - perché non si costruisce, insieme, maggioranza e opposizione, una riforma delle leggi sulle incompatibilità parlamentari, togliendo ogni margine di ambiguità e di interpretazione all'attuale normativa? In fondo si tratterebbe soltanto di restituire al legislatore il suo ruolo pieno e libero, come vuole la Costituzione».

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