Unicredit, via libera a banca unica e country manager

Dopo un mese di riunioni e dure trattative manager e grandi azionisti di Unicredit si rimettono d’accordo sul piano di riassetto strategico. E formalizzano in cda il progetto di banca unica, che incorpora sette società nella holding quotata. I principali "correttivi" - chiesti dai grandi soci a marzo, malgrado lo scorso dicembre avessero votato la prima versione del piano -sono l’introduzione del country chairman per l’Italia, che sarà Gabriele Piccini, e l’attribuzione di nuove deleghe per aree geografiche. Due modi per temperare la gestione dell’ad Alessandro Profumo, come chiedevano le Fondazioni.
Ma l’ esito del processo salvaguarda l’autonomia operativa dei manager, accresce le responsabilità, di prime e seconde linee e allontana, almeno ufficialmente, le nubi di matrice politica chela Lega Nord aveva scatenato sui territori di origine degli enti bancari.
«Grazie al nuovo assetto - ha detto Profumo - saremo più focalizzati sui clienti e più vicini a territori e comunità locali». E il presidente, Dieter Rampl: «Crediamo che l’unione tra la specializzazione del business e un forte radicamento geografico sia il punto di forza fondamentale del nostro gruppo». Frasi benedicenti, poi, perfino dai "padrini" della Lega: «Se il buon giorno si vede dal mattino, la fiducia che ho avuto in Profumo è ben riposta»- ha detto Luca Zaia, presidente del Veneto insediatosi ieri -«ringrazio Profumo per i tanti veneti inseriti nel cda perché la banca più è local più ci piace. Attendo ulteriori passi avanti perché la partita del credito alle aziende è cruciale». Così Luca Tosi, sindaco scaligero e "grande elettore" della Fondazione Cariverona: «La nomina, da noi chiesta un mese fa, è sicuramente caduta su una persona dotata di capacità, competenza, esperienza e conoscenza del territorio: ora vedremo quale sarà il suo grado di autonomia decisionale».
Peccato che il consigliere e vice presidente vicario di Unicredit, Luigi Castelletti, s’è astenuto sul nuovo manager nel comitato nomine di preparazione al cda (cui non ha poi partecipato), non delle competenze a esso attribuite, che riterrebbe troppo propositive e poco decisorie. Castelletti è molto vicino a Tosi, e risponde al presidente di Cariverona, Paolo Biasi. Resta da vedere se questa posizione sia un personalismo o uno strascico polemico.
Il nuovo country chairman è un prodotto doc del vivaio interno: classe 1956, assunto al Credito Italiano nel 1978, è salito di ruolo fino alla nomina, nel 2008, a capo della rete agenzie Italia e ad di Unicredit Banca. Il suo ruolo, riporta una nota, sarà«di sintesi per le attività domestiche e di pivot nello sviluppo della strategia territoriale, con corresponsabilità per il conto economico in Italia con i business manager locali». Presiederà poi il Comitato della rete, in cui sederanno sette capo area territoriali. Piccini riporterà al vice ad Roberto Nicastro, cui contestualmente è stata affidata la supervisione dell’Italia. Per altro verso, i già esistenti country chairmen di Germania e Austria riporteranno al vice ad Sergio Ermotti, e quelli dei paesi dell’Est Europa dove il gruppo è leader saranno coordinati da Federico Ghizzoni (già responsabile per l’area). Il 3 agosto un nuovo cda Unicredit delibererà la fusione delle sette società nel gruppo, operativa dal 10 novembre. Ma i marchi Unicredit Banca, Banca di Roma e Banco di Sicilia saranno preservati.
Ma l’ esito del processo salvaguarda l’autonomia operativa dei manager, accresce le responsabilità, di prime e seconde linee e allontana, almeno ufficialmente, le nubi di matrice politica chela Lega Nord aveva scatenato sui territori di origine degli enti bancari.
«Grazie al nuovo assetto - ha detto Profumo - saremo più focalizzati sui clienti e più vicini a territori e comunità locali». E il presidente, Dieter Rampl: «Crediamo che l’unione tra la specializzazione del business e un forte radicamento geografico sia il punto di forza fondamentale del nostro gruppo». Frasi benedicenti, poi, perfino dai "padrini" della Lega: «Se il buon giorno si vede dal mattino, la fiducia che ho avuto in Profumo è ben riposta»- ha detto Luca Zaia, presidente del Veneto insediatosi ieri -«ringrazio Profumo per i tanti veneti inseriti nel cda perché la banca più è local più ci piace. Attendo ulteriori passi avanti perché la partita del credito alle aziende è cruciale». Così Luca Tosi, sindaco scaligero e "grande elettore" della Fondazione Cariverona: «La nomina, da noi chiesta un mese fa, è sicuramente caduta su una persona dotata di capacità, competenza, esperienza e conoscenza del territorio: ora vedremo quale sarà il suo grado di autonomia decisionale».
Peccato che il consigliere e vice presidente vicario di Unicredit, Luigi Castelletti, s’è astenuto sul nuovo manager nel comitato nomine di preparazione al cda (cui non ha poi partecipato), non delle competenze a esso attribuite, che riterrebbe troppo propositive e poco decisorie. Castelletti è molto vicino a Tosi, e risponde al presidente di Cariverona, Paolo Biasi. Resta da vedere se questa posizione sia un personalismo o uno strascico polemico.
Il nuovo country chairman è un prodotto doc del vivaio interno: classe 1956, assunto al Credito Italiano nel 1978, è salito di ruolo fino alla nomina, nel 2008, a capo della rete agenzie Italia e ad di Unicredit Banca. Il suo ruolo, riporta una nota, sarà«di sintesi per le attività domestiche e di pivot nello sviluppo della strategia territoriale, con corresponsabilità per il conto economico in Italia con i business manager locali». Presiederà poi il Comitato della rete, in cui sederanno sette capo area territoriali. Piccini riporterà al vice ad Roberto Nicastro, cui contestualmente è stata affidata la supervisione dell’Italia. Per altro verso, i già esistenti country chairmen di Germania e Austria riporteranno al vice ad Sergio Ermotti, e quelli dei paesi dell’Est Europa dove il gruppo è leader saranno coordinati da Federico Ghizzoni (già responsabile per l’area). Il 3 agosto un nuovo cda Unicredit delibererà la fusione delle sette società nel gruppo, operativa dal 10 novembre. Ma i marchi Unicredit Banca, Banca di Roma e Banco di Sicilia saranno preservati.
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