"Un'Agenzia italiana per la sicurezza nucleare"

Un’Agenzia italiana per la sicurezza nucleare e una Scuola nazionale per addestrare anche il personale dei Paesi emergenti che si troveranno a dover gestire problemi di sicurezza nucleare. E’ l’annuncio che
il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, ha dato nel suo intervento al Nuclear security summit. Arrivato con un’ora di ritardo al vertice per "vendicarsi" dell’attesa sul marciapiede del Convention center la sera prima, Berlusconi ha tenuto un discorso di meno di tre minuti in cui ha riepilogato la storia del nucleare per uso pacifico in Italia, da Enrico Fermi alle prime tre centrali funzionanti, al referendum che sull’onda della paura di Chernobyl ha smantellato gli impianti. Fino alla ripresa del programma nucleare con il suo attuale governo che Berlusconi ha annunciato come in via di realizzazione.
Il Cavaliere ha parlato a braccio senza leggere l’intervento preparato e poi ritirato, pare per una questione di lunghezza rispetto a quelli degli altri leader mondiali. E rivolgendosi amichevolmente a Obama lo ha ringraziato per la convocazione del summit e per l’accordo Start con la Russia di una settimana fa. Il premier ha ricordato ai capi di Stato e di governo che «l’Italia non ha armi nucleari» e ha detto di avere «sempre inseguito come primo obiettivo l’accordo tra Stati Uniti e Russia, due potenze atomiche con arsenali in grado di distruggere dieci volte la popolazione mondiale».
«Io - ha spiegato Berlusconi - probabilmente qui sono il più vecchio come età e come ruolo politico. E sono della generazione che ha vissuto per 50 anni sotto l’incubo della Guerra Fredda. Poteva succedere una follia, un incidente, qualcosa che scatenasse questa distruzione. Quando ho cominciato a fare politica, e per tre volte sono stato presidente del G8, ho sempre inseguito come prima cosa l’accordo tra le potenze che avevano questi arsenali. Sono stato il primo a invitare Eltsin nel ‘94 e poi c’è stata Pratica di Mare, con la creazione del Consiglio Nato-Russia». Infine «ho avuto la fortuna che Obama e Medvedev si incontrassero a Mosca due giorni prima del G8 dell’Aquila», preannunciando l’accordo sul Trattato Start2. Quindi la «visione di un mondo senza armi nucleari» rappresenta «una speranza per tutti noi, per i nostri figli e le generazioni future. Complimenti - ha concluso rivolgendosi a Obama e Medvedev - e andiamo avanti così».
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