Una sponda radicale per il Pdl

Dalla Rassegna stampa

Il progetto c'è, e nel Pdl piace: creare un gruppo radicale a palazzo Madama cedendo qualche senatore berlusconiano. Strappando pure al gruppo misto qualcuno degli ex componenti di Futuro e libertà, anche con l'obiettivo di rivedere la composizione delle commissioni parlamentari (che tanti grattacapi ha dato nelle settimane scorse, specie in tema di federalismo.
Attualmente al Senato sono tre gli eletti pannelliani, grazie alle liste del Partito democratico: Emma Bonino, Marco Perduca e Donatella Poretti. Tre personalità indiscutibili per le loro capacità: Bonino, già commissario Ue, ora è vicepresidente del Senato; Perduca è un instancabile membro del consiglio direttivo di «Nessuno tocchi Caino», segretario della commissione straordinaria per la promozione e la tutela dei diritti umani, ed è un fedelissimo di Marco Pannella; Poretti, da sempre contro la caccia, dà la sua voce da anni a Radio Radicale (emittente che ha sempre definito come «università popolare»), per l'ascoltatissimo «notiziario cellule staminali»; ed è componente della commissione d'inchiesta sull'efficacia e l'efficienza del servizio sanitario nazionale e della commissione bicamerale per l'infanzia. Elementi, quelli radicali, che il presidente del consiglio Silvio Berlusconi ha sempre apprezzato per la loro abnegazione, anche non condividendo alcune delle loro battaglie, ma che lui indica spesso come esempi agli eletti del Pdl che sembrano svogliati o, comunque, poco impegnati nelle aule parlamentari.
L'idea, quindi, è semplice: dare una mano ai radicali per farli tornare protagonisti assoluti della vita politica italiana, con la "dignità" di un gruppo parlamentare, come la storia (e il valore) dei radicali meriterebbe. Ma c'è un piccolo particolare, dato che il progetto deve essere ancora comunicato a Pannella: nel Pdl c'è chi è certo che il leader radicale non saprebbe dire di no a una proposta del genere, che comunque apparirebbe come un'apertura politica degna di nota. Pannella, anche nelle conversazioni domenicali a Radio Radicale, ripete che il dialogo con Silvio Berlusconi serve perché «bisogna parlare a nuora perché suocera intenda», sottintendendo che al segretario del Partito democratico Pier Luigi Bersani serve qualche scossa per ricordarsi dell'esistenza dei radicali. E poi la creazione di un gruppo radicale non apparirebbe estranea alla natura di numerosi parlamentari eletti nel Pdl: da Elio Vito a Gaetano Quagliariello, passando per Giorgio Stracquadanio, non sono pochi i berlusconiani che vantano un passato pannelliano. Anche a Gianfranco Micciché potrebbe non dispiacere vedere nascere la componente radicale a palazzo Madama: il leader di Forza Sud, sottosegretario alla presidenza del consiglio, nei giorni scorsi ha detto che vuole creare un gruppo parlamentare del suo partito sia alla Camera che al Senato (anche per motivi legati alle esigenze del- la popolazione siciliana, in particolare per la richiesta di infrastrutture come, per esempio, la bretella autostradale per collegare Mazara del Vallo con l'aeroporto di Trapani Birgi), ma guarderebbe con estrema attenzione la creazione di un gruppo radicale a maggioranza berlusconiana. Per ora è solo un progetto, ma a palazzo Grazioli, secondo un collaboratore del premier, avrebbe il pregio di valorizzare un'esperienza politica come quella di Pannella che è guardata con affetto e stima da Berlusconi.

Il numero minimo di senatori da offrire ai radicali è fissato a sette, per raggiungere la soglia di dieci, necessaria a palazzo Madama per formare un gruppo, ma l'elenco disponibile riguarderebbe una dozzina di eletti, contando anche i dissidenti di Fli che ancora non hanno lasciato la compagine di Gianfranco Fini. Insomma, un'area critica, bipartisan, formata da esponenti di sinistra, di centro e di destra, caratterizzata dall'assoluta libertà e capace di donare nuovi spunti all'attività del governo con disegni di legge. E mettendo in risalto, ancora di più, l'attivismo di Perduca e Poretti, magari con la presidenza di una commissione parlamentare.

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