Una disaffezione che adesso pesa

Dalla Rassegna stampa

Il calo di partecipazione, come molti avevano previsto, pare notevole e significativo. Si tratta di un segnale di rilievo sullo stato d’animo del Paese, sempre più disaffezionato alla politica. Dovendoci basare solamente sui primi dati trasmessi dal Viminale e da alcune regioni, il condizionale e d’obbligo.
Ma è evidente che se l’andamento venisse confermato dai dati finali, ci troveremmo di fronte ad una importante decrescita dell’affluenza al voto, molto superiore alla soglia indicata (proprio ieri sul Corriere) dall’Istituto Cattaneo come «critica» per valutare l’impatto del comportamento astensionista. In realtà, i motivi della tendenza alle diserzioni dalle urne sono molteplici. Nel caso delle Regionali conta evidentemente anche la scarsa «salienza» attribuita a questo genere di consultazioni da un numero crescente di elettori, tale da suggerire loro di restare a casa. Ma la gran parte delle astensioni riveste ragioni più di fondo. Da un verso vi è l’astensione cosiddetta «necessaria», dovuta a fattori quali malattie, incidenti o impedimenti simili, la cui entità è andata crescendo, soprattutto in relazione all’aumento medio dell’età.
Molto maggiore importanza - quantitativa e politica - è tuttavia rivestita dalle astensioni «volontarie», legate per alcuni al fatto di non seguire del tutto la politica e di disinteressarsene e motivate per altri da un sentimento di disaffezione, se non di protesta verso la politica. E’ proprio questo tipo di astensione, originato da atteggiamenti sempre più negativi nei confronti della politica, che appare - molti sondaggi lo hanno rilevato in netta crescita in questi mesi. Anche - ma non solo - a causa della campagna elettorale, costellata da scandali, ruberie e baruffe giudiziarie. Secondo alcuni, la tentazione a non recarsi alle urne a causa della disaffezione dalla politica si trova oggi in misura più accentuata nell’elettorato del Pdl, mentre la Lega e le opposizioni ne raccoglierebbero, in parte, i frutti. Ma, al di là della sua influenza sugli esiti delle singole forze politiche, la crescita delle astensioni rappresenta un segnale molto rilevante di per sé. Il non voto, infatti, non è che la punta dell’iceberg di un fenomeno assai più esteso.
L’insoddisfazione nei confronti della politica è in realtà presente anche tra molti di coloro che, alla fine, hanno deciso, una volta ancora, di recarsi alle urne. E’ questo atteggiamento di distacco verso la politica, sempre più diffuso, che non può in ogni caso essere trascurato. Pena un ulteriore allontanamento dei cittadini dalle istituzioni.

© 2010 Corriere della Sera. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK