Un treno in ritardo che non passa mai

Forse Emma Bonino è stata ispirata da Nanni Moretti o magari la battuta le è uscita semplicemente così, naturale; sta di fatto che quanto ha detto ieri è la pura e semplice verità: «Mi sembra si siano infilati in un patetico dibattito interno». Chi sono? Beh, quelli del Pd, è ovvio, no? A sinistra, ormai lo sanno proprio tutti, c`è sempre un dibattito in corso, anche quando è tempo di piantarla e di prendere una necessaria e sana decisione loro dibattono, mentre gli altri prendono decisioni politiche che, per forza di cose, prendono in contropiede la sinistra che è eternamente in ritardo. La sinistra è un treno in ritardo che non passa mai. Il ciclone Marrazzo è stato quello che è stato. Una mazzata sulla schiena che ancora la sentono. Tuttavia, dovrebbe avere anche dei vantaggi. Se è vero che la candidata del Pdl, quella Polverini vicina a Fini, è vincente, è anche vero che dopo aver toccato il fondo non si può fare altro che risalire. Insomma, per paradosso le cose dovrebbero essere più facili proprio quando sono più difficili, quasi disperate. Invece, anche con Pier Luigi Bersani, uomo politico dotato di senso della realtà, il Pd tarda a ingranare la marcia giusta e il suo treno è ancora in ritardo. Ora e solo ora che Emma Bonino è la candidata radicale per il Lazio è stato dato il"mandato esplorativo" al presidente della Provincia Nicola Zingaretti. Casini e l`Udc aspettano, attendono, temporeggiano, ma non si può aspettare vita natural durante, perché la vita natural durante non è infinita. Se poi si aggiunge che il Pd va in ordine sparso praticamente ovunque, dal Lazio alla Campania, dalla Calabria alla Puglia, si capisce che l`eterno ritardo è figlio di contrasti interni e di una confusione mentale che non lascia ben sperare neanche per il futuro prossimo. Lo hanno definito "il partito dei depressi". Il giudizio è di quelli cattivi, ma qualcosa di vero ci dovrà pur essere se da quelle parti non si ride mai se non a denti stretti. Zingaretti ha un handicap: il tempo. Andava bene ieri l`altro, quando non c`era ancora la Bonino in campo. Ma ora? Si ipotizza: andranno tutti con Emma. Tutti sì, ma senza i cattolici. Insomma, è un pasticcio che fa capire una cosa che hanno capito un po` tutti e che giustamente preoccupa una come Enrico Letta: il Pd non riesce a fare alleanza. Si può vivere anche senza alleati, ma se aspiri a governare un Paese come l`Italia e sei minoranza da sempre il problema te lo devi pur porre. Allora, riepilogando: il problema che ha davanti a sé oggi il Pd non è quello di vincere, bensì quello di perdere bene. Per perdere bene Bersani e D`Alema, al di là delle tattiche e della candidature, devono mettere in conto anche di investire su nomi importanti di livello nazionale o su giovani che diano il senso di una scelta e di una presenza viva e futura dei - come si dice riformisti. Casini e l`Udc, come dimostra il caso della Puglia, sono lì a fare la loro parte, ma se il Pd se ne sta in disparte a leccarsi le ferite della lotta congressuale non è difficile, è impossibile creare un`alleanza riformista.
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