«Un sondino come cappio». Il voto ad aprile

Dalla Rassegna stampa

Un patibolo di legno eretto dagli «aguzzini con i sondini», da cui pende un cappio fatto con un sondino, come quelli utilizzati per le terapie o per l'alimentazione e l'idratazione artificiali. Come spesso succede con i Radicali, la provocazione messa in scena ieri davanti a Montecitorio insieme con l'associazione Luca Coscioni, mentre la Camera si apprestava a concludere il primo round di discussione generale sulla legge «contro il testamento biologico», è stata volutamente scioccante.
 
Ma nella «fiera dell'ipocrisia», come l'ha chiamata Antonio Di Pietro che come i Radicali ha presentato una eccezione di costituzionalità sul ddl Calabrò, la «violenza inaudita» viene da chi vuole «imporre le cure per legge», per usare le parole di Beppino Englaro, padre della ragazza morta dopo 17 anni di stato vegetativo permanente e tre giorni di sospensione della nutrizione e dell'idratazione artificiale. La stessa donna che nella propaganda berlusconiana avrebbe potuto ancora generare figli. Da quella vicenda, come hanno ribadito anche ieri quasi tutti i 34 deputati intervenuti, ne «è nata l'esigenza di una legge che evitasse la deriva eutanasica». Ora, la discussione riprenderà ad aprile in seconda convocazione con i tempi contingentati e il voto finale.
 
Ma mentre perfino il fronte dei cattolici si spacca e il Pdl conta al suo interno numerosi «dissidenti», la preoccupazione dell'Udc, favorevole alla legge, è che si arrivi a una «contrapposizione tra credenti e credenti». Il Pd invece, malgrado condivida l'incostituzionalità della legge, ieri ha depositato una «richiesta di sospensiva». Il testo del ddl Calabrò, secondo il senatore Ignazio Marino, «contrasta in più punti con la Convenzione di Oviedo per la protezione dell'uomo e della dignità dell'essere umano riguardo le applicazioni della medicina», «un dispositivo importantissimo ratificato nel 2001 ma che in Italia non ha alcun valore». Pronta la risposta del presidente dell'Udc Rocco Buttiglione e dei vice presidente del Senato, il Pdl Domenico Nania, che si ostinano a negare con forza: «Nessun contrasto con la convenzione di Oviedo».
 
Spetta alla Pd Rosa Calipari sottolineare un'altra incredibile contraddizione della maggioranza quando ricorda che nel decreto Milleproroghe «si sono dirottati i fondi destinati ai malati di patologie gravissime come il cancro alle multe sulle quote latte».

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