Un pollaio con tre polli che si beccano

Corsi e ricorsi storici, è il caso di dire. Massimo D’Alema presenta sotto mentite spoglie il compromesso storico. Una politica combattuta sia da Bettino Craxi sia da Marco Pannella. Non a caso entrambi fecero parte del partito delle colombe che volevano salvare Aldo Moro contro quelle della fermezza. A conforto di una linea politica, nelle elezioni del 1979, il Pci perse, la Dc mantenne il suo livello alto, Psi aumentò in percentuale, i Radicali passarono da 4 a 20 parlamentari. Dopo 32 anni, Pannella potrebbe ripetere il medesimo gesto all’ultima trovata di Massimo D’Alema. Il quale propone "alleanza costituente o larga costituzione", in effetti cambia la terminologia, ma non la sostanza dell’avances, il cui obiettivo è imbracare tutti per la battaglia finale contro Berlusconi, che ha trovato il parere favorevole Pier Ferdinando Casini, meno quello di Gianfranco Fini. O, meglio, un gruppo di parlamentari di Fli non sono d’accordo nel fare "gli utili idioti della sinistra", avendo altri interessi: la costruzione di un centrodestra di nuovo conio. Sotto questo aspetto, il Polo della nazione che raggruppa Udc, Api e Fli non sta prendendo l’abbrivio nel modo unitario. In definitiva, il Polo della nazione o Terzo polo, o come cavolo si chiama, non è altro che un pollaio con tre polli, Casini, Rutelli e Fini, che si beccheranno a vicenda, quando entreranno in ballo le sorti di ogni singolo componente. Sull’onda di dimissioni di Berlusconi o voto anticipato, D’Alema non ha avuto il successo sperato, la sua proposta è stata accolta nello schieramento dell’opposizione, da una parte freddamente, dall’altra è stata bocciata a pieni voti, dall’altra parte ancora in modo favorevole perché porta acqua al mulino di Casini. In questo nuovo quadro, Casini dovrebbe prendere il posto di Romano Prodi o Giorgio Napolitano. Per lui, le vie del signore sono infinite. Il paradosso è che chi sta gridando alle elezioni non le vorrebbe e chi, invece, sta opponendosi le vorrebbe sul serio. Nel corso la sinistra post comunista e l’ex sinistra Dc, hanno fatto ricorso a formule politiche del passato. Massimo D’Alema ha lanciato un fronte popolare riveduto e corretto in chiave berlingueriana, Beppe Pisanu sulla medesima frequenza, ripropone il governo di solidarietà nazionale. Non è che Berlusconi sia un Cavaliere senza macchia, ma sarebbe meglio sconfiggerlo, se ci riuscissero, sul piano politico, anziché su quello giudiziario. Dal 1992, invece, i post comunisti hanno sperimentato la via giudiziaria al potere non avendo una politica, e continuano a perseguirla.
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