Un pacato giudizio sulla candidatura di Emma Bonino - Lettera

Dalla Rassegna stampa

Al direttore - E` la curiosità a dominare i giudizi e gli interrogativi di molti elettori dopo che, con qualche titubanza, il centrosinistra ha individuato Emma Bonino come candidato alla presidenza della regione Lazio. Potrei dire, con civetteria, che avanzai questa proposta già ai primi di novembre. Sembrava una bizzarria, vista la mia ascendenza democristiana, ma alla resa dei conti può assumere oggi ben altro valore. Perché questa scelta? Intanto non è un assalto alla luna sull`ippogrifo del radicalismo. Abbiamo bisogno, più semplicemente; di restituire dignità alla politica e alle istituzioni: ancora pesa l`epilogo della legislatura regionale. C`è attesa dì una novità. E chi ha fatto bene il Commissario europeo e il ministro della Repubblica, sempre esibendo rigore e competenza, suscita immediatamente quel tanto di simpatia che serve. Se la destra investe sul “populismo in tailleur” della Polverini, dall`altro lato emerge un`intenzione forte di buongoverno e sviluppo sostenibile. Nel cuore di una borghesia diffusa, fatta più di popolo che di privilegiati, preme una domanda di novità ragionata e costruttiva. Emma Bonino può incarnare questa speranza, chiamando a raccolta tutti coloro che vogliono rompere gli involucri di vecchie formule. Come direbbero gli eredi di Luigi Sturzo? Faccia appello ai "liberi e forti".
 
Lucio D`Ubaldo, senatore e membro della Direzione nazionale del Pd
 
Sono contento di questa lettera, e del suo carattere burocratico e melenso, encomiastico e pomposo. Mi consente di precisare una pacata opinione. Detesto Emma Bonino, spero che perda le elezioni. E` una intollerante, un`abortista sfegatata e una militante del torto negatore travestita da libertaria, una innamorata di sé dall`insopportabile accento vittimista, una cercatrice di cariche meticolosa e fatua, la complice non candida, ma molto candidata, del peggior Pannella, una pallona gonfiata come poche, un ufficio stampa ambulante, un disastro di donna en colère e di personalità pubblica. Aggiungo che un partito il quale accetta di candidare una simile prepotente dopo essersi sentito dire sprezzantemente: "Io corro, se venite anche voi, bene, sennò ciccia", è un partito di dementi. Chiaro?

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