Un fuorilegge a forma di stivale

Dalla Rassegna stampa

C’è un fuorilegge là fuori. Un fuorilegge a piede libero. Che non agisce nell’ombra, ma si muove alla luce del sole, sotto gli occhi di tutti. Che continua a farla franca, anche se l’allarme è scattato e suona, inascoltato, da tempo. C’è un fuorilegge, là fuori, che si chiama Italia. Non siamo noi a dirlo, ma alcuni tra i massimi esperti del diritto internazionale. Giuristi e accademici chiamati a raccolta dal Partito Radicale e da Radicali Italiani per discutere, nell’ambito di un convegno, di rispetto e applicazione della Convenzione europea dei diritti dell’uomo nell’ordinamento italiano (CEDU).
 
Il risultato è un documento senza precedenti, nel quale gli esperti denunciano sistematiche violazioni, in Italia, dei diritti umani e di numerosi articoli della CEDU. E rilevano il rischio per la vita stessa dello Stato di diritto nel nostro Paese. Secondo il gruppo di giuristi, tra i quali Vladimiro Zagrebelsky, Pasquale De Sena, Giuseppe Cataldi, Francesco Francioni, Enzo Cannizzaro, Luigi Condorelli, Elena Sciso, Mario Patrono, «lo Stato italiano è largamente inadempiente rispetto agli obblighi imposti dalla Convenzione europea dei diritti umani, peraltro in buona parte già previsti dalla Costituzione italiana». Le inadempienze sottolineate riguardano numerosi fronti dell’azione statale: dall’utilizzo strumentale del segreto di Stato «che impedisce la repressione di violazioni gravi di diritti umani fondamentali», alla «mancanza di indipendenza del sistema radiotelevisivo pubblico»; dalle «criticità del disegno di legge sulle intercettazioni», alle «gravi conseguenze, per il diritto alla salute, derivanti dalla manifesta carenza nella gestione del ciclo dei rifiuti». Ma non è tutto. Nel documento si punta l’indice anche contro la politica di respingimento dei migranti, definita come «radicalmente incompatibile con il divieto di tortura e trattamenti inumani e degradanti, con il divieto di espulsioni collettive, e con il diritto a un ricorso effettivo». E contro la gravissima situazione delle carceri, ultimo anello di un’amministrazione della giustizia che versa in condizioni drammatiche. Ma l’indifferenza è una difesa forse ancora più efficace dell’attacco, visto che l’allarme dei giuristi non ha suscitato nemmeno una replica. Nel mentre, però, le carceri del Lazio facevano segnare un nuovo record di sovraffollamento. Il garante Angiolo Marroni dava notizia della morte di un trentaduenne tossicodipendente recluso a Rebibbia, avvenuta un mese e mezzo fa nel reparto detentivo dell’ospedale Sandro Pertini, per meningite, forse, o leucemia fulminante. In diversi istituti si denunciavano casi di scabbia tra i detenuti, oltre a svariati tentativi di suicidio. A Milano un medico veniva indagato per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, dopo aver firmato le dimissioni dall’ospedale di un egiziano che aveva soccorso sulla torre dell’ex fabbrica Carlo Erba, dove l’uomo protestava da 23 giorni e dove si era sentito male per un principio di assideramento. Su quest’ultimo caso i Verdi di Bonelli hanno annunciato un esposto anche alla Corte europea per i diritti dell’uomo di Strasburgo, l’organo chiamato a esprimersi sulle violazioni della CEDU. Appunto.

© 2010 Gli Altri. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK