E' un flop il test antidroga

Dalla Rassegna stampa

 

Sono cominciati ieri i test antidroga per i parlamentari. In un modernissimo palazzo a due passi da Montecitorio, sede del presidio medico della presidenza del Consiglio, deputati e senatori potranno sottoporsi ai controlli per tutta la settimana. Dopo aver pagato un ticket di 70 curo, ai soli 28 politici che si sono presentati volontariamente nella prima giornata, è stato consegnato un tesserino con un codice che contrassegnerà i loro risultati affinché restino anonimi. Dopo la somministrazione di un bicchiere d`acqua, deputati e senatori vengono scortati in bagno da un medico che controlla che non avvengano scambi di pro- vette per le urine e dopo, solo per chi esplicitamente lo accetta, viene effettuato un prelievo di capelli. Cosa che ha scioccato la prima deputata capitata sotto le mani dei medici: la democratica Luciana Pedoto si è recata alle 8.30 a fare i test. "Io pensavo che asportassero un capello - ha raccontato uscendo l`ex capo segreteria di Giuseppe Fioroni - e invece mi hanno tolto un intero ciuffo di capelli sulla nuca". Nonostante questo sacrificio, la Pedoto è una sostenitrice convinta del test. "Io credo nel rapporto di trasparenza tra gli eletti e i cittadini, per questo renderò pubblico il risultato". Già, poiché per la privacy non è obbligatorio dichiararne l`esito. Era difficile che un soggetto a rischio si sottoponesse al test, figuriamoci pubblicare un esito positivo o anche solo dubbio. Sul modulo dei risultati del dipartimento Politiche antidroga, infatti, ci sono tre possibilità, tra cui quella del "dubbio". L`esito delle urine è immediato e rileva presenza di cannabis, oppiacei, cocaina c anfetamine. Per quello del capello, più preciso, servono dieci giorni, ma solo il possessore del codice potrà risalire ai risultati. Nella prima giornata si è presentata un`ampia delegazione dell`Udc, capeggiata da Pier Ferdinando Casini, che aveva proposto una legge per rendere obbligatori i test dopo il caso di Cosimo Mele. La legge è stata bocciata, e per Casini "questo test è meglio di niente, ma è solo un fatto simbolico". Test obbligatorio anche per i deputati dell`Italia dei Valori: secondo il capogruppo, Massimo Donadi "è doveroso dimostrare al paese di essere limpidi". Dello stesso avviso anche Maurizio Gasparri, presidente dei senatori del Pdl, che ha sventolato i suoi risultati negativi uscendo dall`ambulatorio di via del Moretto. Gabriella Carlucci l`ha fatto "per rispetto di mio figlio, di mio marito e per chi mi ha votata". Il ministro per le Pari opportunità Mara Carfagna è transitata in mattinata davanti al presidio ma ha deciso di non fermarsi. Forse è contraria, come il capogruppo dei deputati Pdl Fabrizio Cicchitto, che ha definito i test "Tigli di una logica perversa" conseguenza della troppa attenzione alla vita privata del presidente del Consiglio. "Com`era prevedibile - ha continuato Cicchitto - dopo Berlusconi si è passati ad occuparsi della vita privata di ogni appartenente alla classe politica. Poi si passerà alla vita privata di molti altri".

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