Un clima pesante accompagna l'avvio di una brutta campagna elettorale

Dalla Rassegna stampa

Ha fatto bene il ministro Andrea Riccardi ad esprimere fra i primi la sua solidarietà alla collega Elsa Fornero, vittima di una dura contestazione a Nichelino, nei pressi di Torino. Lì, in un centro per anziani, la responsabile del Lavoro e del Welfare è stata costretta a lasciare la sala inseguita dalle invettive di alcuni militanti dei Cobas e, a quanto sembra, di Rifondazione Comunista.

Come sempre accade, il problema è la linea di confine fra l'espressione di un dissenso e la pura intolleranza. Nel clima pesante che sta vivendo la società italiana accade sovente che quella linea venga superata; e stavolta a farne le spese è stata Elsa Fornero, la quale poco prima si era detta disposta anche ad andare in piazza con la Cgil per spiegare le ragioni del governo. Ma con tutta evidenza c'è chi vuole pescare nel torbido perché l'occasione è ghiotta. Man mano che ci si avvicina alle elezioni, episodi come quello di Nichelino tenderanno purtroppo a ripetersi. E come si dice in questi casi, occorre che tutti abbiano i nervi saldi.
Senza dubbio l'incrocio è molto pericoloso. Da un lato la legge di stabilità è imposta dalle circostanze e dalle necessità di bilancio; dall'altro il paese soffre la recessione. Mario Monti lascia intendere che i sacrifici non saranno infiniti e che la ripresa economica non è lontana. Ma in tutto questo i partiti della non-maggioranza hanno esigenze concrete e immediate.

La campagna elettorale è cominciata, sia pure nel modo più ambiguo. Non sappiamo nemmeno quale sarà la legge elettorale con cui si voterà, ma di fatto le forze politiche si sono messe in corsa. Anzi, quanto più i sondaggi indicano come probabile il successo straripante delle liste anti-sistema (il Movimento 5 Stelle), tanto più i partiti tradizionali, dal Pd al Pdl, sentono il bisogno di recuperare terreno. Un certo grado di populismo, esecrato a parole, tende a rientrare dalla finestra.
Si capisce allora che di fronte a Palazzo Chigi si staglia un passaggio complesso. I colloqui con i tre capi della non-maggioranza (Casini ieri, Alfano oggi, Bersani domani) sono tutt'altro che di «routine». Nessuno pensa, è ovvio, che il governo tecnico possa cadere, ma è anche vero che le forze politiche vogliono sbandierare qualche risultato agli occhi dei loro elettori. E se Casini, grande sostenitore di Monti, si limita a chiedere provvedimenti che non penalizzino le famiglie, Bersani e Alfano forse saranno meno concilianti.

Come faceva osservare ieri il responsabile economico del Pd, Fassina, la pressione fiscale è destinata a crescere in virtù del saldo fra sgravio Irpef sui redditi bassi e aumento dell'Iva. Ed è questo il nodo che i partiti fanno fatica ad accettare in campagna elettorale. Monti è senza dubbio in grado di esercitare la sua mediazione, come sempre in passato, ma non ci sarebbe da stupirsi se stavolta fosse tutto più complicato.
La verità è che sta cominciando una brutta campagna elettorale. La contestazione ad Elsa Fornero è sotto questo profilo un segnale inquietante. Ma il peggio è costituito da un sistema politico sfilacciato e squilibrato, incapace di un reale rinnovamento. Anche per restare nella logica dell'emergenza occorre essere capaci di scelte coraggiose. E non è detto che i partiti lo siano, stretti come sono fra la paura di una sconfitta definitiva e la voglia di riconquistare con ogni mezzo il centro della scena.

 

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