Un cimitero per vivi

Al termine dei lavori del comitato nazionale dei radicali, svoltosi a L'Aquila-Ovindoli, siamo andati a visitare il carcere de L'Aquila, noto per essere il carcere con il maggior numero di detenuti in 41 bis in Italia, 103, dove ci sono anche tre aree riservate, luoghi di detenzione ancora peggiori del 41 bis e l'unica sezione femminile sempre di 41 bis. Abbiamo potuto constatare il peggioramento delle condizioni di vita, dovute alle nuove norme restrittive dei 41 bis, un'ora sola di aria al giorno, una sola ora di colloquio mensile con i parenti (vetro divisorio e citofono), non più possibilità di cucinarsi in cella. Praticamente il 41 bis è diventato l'istituzionalizzazione dell'isolamento totale. L'aria che sì respira è quella dei silenzio più totale, un cimitero per vivi. Da un lato abbiamo le carceri del sovraffollamento come Sulmona, simili all'inferno, dall'altro carceri come L'Aquila a 41 bis, carceri del silenzio, della tortura bianca che usa lo strumento del ricatto degli affetti, perché il 41 bis è questo, una soppressione delle garanzie e dei diritti delle persone recluse e dei loro familiari. Entrambi simbolo di una situazione nelle carceri drammatica, con attualmente oltre 68.000 detenuti a fronte di una capienza di 43.000 e senza provvedimenti legislativi adeguati ad intervenire per alleviare un minimo questa situazione, con l'estate che è arrivata e che accentuerà di più questa situazione. In questi giorni inizierà a Montecitorio la discussione del -<fu' Dell Alfano che nella sua forma originale sostenuta dai radicali, avrebbe consentito ad almeno diecimila condannati di scontare in detenzione domiciliare pene residue inferiori ad un anno, restituendo un minimo di legalità all'esecuzione della pena, oggi anticostituzionale e per di più totalmente inefficace ai fini del reinserimento sociale.
© 2010 Il Manifesto. Tutti i diritti riservati
SEGUICI
SU
FACEBOOK
SU
- Login to post comments