Udc con Polverini, Pd verso Bonino

Dalla Rassegna stampa

Sembra piacere molto al Pd la formula del «mandato esplorativo». Dopo Francesco Boccia in Puglia, ieri Pierluigi Bersani ha affidato il compito di verificare alleanze e candidature per le regionali a Nicola Zingaretti in Lazio. I due esploratori del Pd hanno, però, una missione politica molto diversa. Lo chiariva lo stesso Zingaretti spiegando che il suo è un «ruolo di mera ricerca di alleanze e candidati» tirandosi, così, fuori dalla competizione delle regionali. Insomma, lui non sarà il candidato governatore nel Lazio a differenza di Francesco Boccia che è invece l’uomo scelto da Pd e Udc per vincere la competizione elettorale pugliese. La differenza tra i due mandati esplorativi sta in in un nome: Pier Ferdinando Casini. Non è ancora ufficiale ma tutti – tra i Democratici e nell’Udc – danno per certo l’appoggio dei centristi a Renata Polverini, candidata del centro-destra in Lazio, vicina al presidente della Camera. E così Casini giocherà due partite diverse: con D’Alema in Puglia e con Fini nel Lazio. Mala logica è la stessa, disarticolare i due poli.
Il Pd, in primis Zingaretti, ne è consapevole e già domani darà i risultati del suo mandato che può avere due esiti: o una candidatura del Pd di rango nazionale (maper ora nessuno è disponibile) o, come più probabile, la convergenza su EmmaBonino. Sembra già dirlo il presidente della provincia di Roma quando parla di «verificare candidature autorevoli, anche all’esterno del Pd». E lo diceva anche il deputato centrista Roberto Rao, molto vicino a Casini, che «il mandato di Zingaretti ha un senso opposto a quello di Boccia: in Puglia noi lo sosteniamo perché scommettiamo sulla rottura del Pd con la sinistra massimalista di Vendola» mentre in Lazio «Zingaretti verificherà su altri nomi, non sul suo e sembra probabile un avvicinamento del Pd alla Bonino, per noi impossibile da sostenere». Ragioni valide ma più di facciata che, in realtà sottendono quell’operazione politica che Casini tenta – a sinistra – con D’Alema e–a destra – con Fini.

Il Pd ha ricalcato il «mandato esplorativo» anche per Zingaretti proprio per togliersi dall’impaccio di un appoggio centrista che non arriva. Impaccio doppio se alla fine convergerà sulla radicale Emma Bonino – che ieri ha ufficiliazzato la sua corsa – perché Bersani sarà costretto a giocare di rimessa su una candidatura che è nata senza alcun imprimatur Pd. La mossa della Bonino ha infatti spiazzato – oltre che irritato – i Democratici. Ma il campo lasciato era talmente vuoto che alla Bonino è bastato solo giocare un po’ d’anticipo. Certo, si mette in conto una sconfitta visto che una candidatura radicale, laica, in Lazio – regione del Vaticano – ha poche chance. Ma il Pd, anche con un’altra candidatura, rischierebbe comunque di perdere voti a sinistra con la Bonino in campo. Ma più interessante sarà una campagna elettorale tra la Polverini e la Bonino: per la prima volta due donne in campo che sono pure amiche.
 

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