Tv politica, politica tv

Dalla Rassegna stampa

Sapevo quel che Marco Bertrandi, il Radicale solitario, stava cercando di fare alla Commissione
di Vigilanza, muovere i pezzi del gioco e i voti di destra e sinistra della Commissione e
uscirne facendo sbattere gli uni contro gli altri e, alla fine, niente più politici in tv. Niente programmi di approfondimento, solo tribune politiche, noiose, ma non truccate, non umilianti.
Precisazione. Non sto dicendo che so cosa avrebbe fatto Bertrandi. Non ne abbiamo mai
parlato e mi dispiace un po`. Sto dicendo - e ho provocato non poco dissenso in questo giornale
e in tutta l`opposizione - che sono d`accordo sul risultato di questa operazione. Sto dicendo
che condivido il giudizio netto e negativo sui cosiddetti programmi di approfondimento.
Sto dicendo che la politica italiana, povera e vuota e smarrita com`è ai nostri giorni, non
perde nulla senza Gasparri in video tutte le sere con debita controparte di partito avverso.
E noi, tutti insieme, quel che resta della sinistra o comunque dell`opposizione democratica
a Berlusconi, come possiamo ridurci a dire che senza "Porta a Porta" non c`è libertà?
E` vero, siamo il paese in cui ogni politico di buon nome si metterebbe in fila per presentarsi
volontario alla decima o undicesima presentazione di un libro di Vespa le cui "anticipazioni" hanno già segnato e sviato sei mesi di politica italiana. E` vero anche che abbiamo una fortuna
in più. La sola tra tante circostanze negative: Berlusconi non scrive libri, al massimo distribuisce albi floreali di famiglia tipo Kim Il-sung. Ah, e c`è un`altra circostanza fortunata: Berlusconi
non accetta confronti o dibattiti con altri esseri umani. Tollera solo, per i suoi monologhi, direttori di giornali di clausura, due ore e non una parola. Così non abbiamo il programma di approfondimento del premier e non siamo costretti a rinunciarvi. Tra le circostanze
meno fortunate c`è un`abile manovra combinatoria. Non so se esista una formula matematica. Ma un giro fisso dì dieci-dodici teste parlanti compare la stessa settimana nel giro di tutti i
"programmi di approfondimento", quelle teste e non altre, da sempre e per sempre.
Abbiamo detto tante volte che in Italia i politici nazionali eletti sono troppi. Diciamo mille? Eppure soltanto dieci-dodici di essi hanno facoltà di parola, non in base a criteri giornalistici e a libere scelte professionali. No, esclusivamente in base alle gerarchie e scelte interne di partito. Qualcuno
crede che, inAmerica, siano il Partito repubblicano o il Partito democratico a dire alle reti Usa chi devono intervistare? Da noi non si sgarra mai. Nel GR3 del mattino viene chiesto a Daniele
Capezzone di spiegare la giornata politica e al senatore Latorre di aprire una finestra sui democratici. Poi la giornata continua così, con pochi cambiamenti simmetrici. E così continua la settimana e poi il mese. Finché la sera, ogni sera, compaiono tutti insieme. La politica comincia e finisce lì. Direte: c`è "Annozero". Giusto. Apprezzo e sostengo. So, naturalmente
che "Annozero" ha un forte punto di vista e approvo. Vengo da un paese gli Stati Uniti - in cui una sola intervista condotta da un giornalista considerato "amico" ha liquidato l`ambizione
di candidatura presidenziale di Ted Kennedy. Un paese dove è toccato ai giornalisti dire a George Bush, faccia a faccia, ciò che molti cittadini pensavano e pensano della guerra in Iraq e che
molti politici non hanno mai osato dire. "Annozero" è un programma robusto.
Ma ha i suoi invitati politici, ospiti semifissi, ora l`uno, ora l`altro, a volte in coppie dosate in modo da parare i colpi del regime. E adesso, con una certa angoscia, cominciamo a notare l`infiltrazione del politico dentro il bellissimo Tg3 della notte.
La sera dell`anniversario di Eluana Englaro quel nuovo, intelligente Tg aveva in studio
il senatore Quagliariello. Avete letto bene, amici democratici dei programmi di approfondimento, il senatore Quagliariello. Credetemi, le tribune politiche, con divieti di arbitraria esclusione
dei candidati, sono noiose ma meno umilianti.

 

© 2010 Il Fatto Quotidiano. Tutti i diritti riservati

SEGUICI
SU
FACEBOOK