Tutto esaurito per Santoro al Paladozza

Dalla Rassegna stampa

“Si cerca numero 1 invito”, implora un cartello. Il Maxischermo giganteggia davanti al Paladozza di Bologna, dove sventolano pure, un po’ a distanza, le bandiere dell’Italia dei valori tra i banchetti allestiti dai dipietristi, siamo pur sempre a tre giorni dal voto, no? Alle sette di sera il piazzale è già pieno ma c’è chi non si rassegna. Gli inviti per assistere dal vivo all’evento (extra) televisivo della campagna elettorale straordinaria - imbavagliata per tutti quelli che non abitano a palazzo Grazioli - sono finiti da un pezzo. È scritto pure davanti al botteghino su foglio autografato da Michele Santoro in persona ma vabbé, ci si prova sfoderando piccoli cartelli. «Si ,cerca i invito», appunto.
Fila agli ingressi, palazzetto dello sport strapieno con largo anticipo e attesa degli ospiti. Entra Marco Travaglio ed è subito standing ovation. «Bologna risponde - gongolava fiero il giovane taxista fuori dal palazzetto dello sport - ma se davvero questa sera c’è pure Luttazzi, stai sicura che non risparmia nessuno, nemmeno Santoro».
Aspettiamo. E aspettiamo pure di vedere se alla fine arriva davvero Emilio Fede, live o tele-trasportato.
Nell’attesa, si sa che Rainews24 alla fine la diretta, così come l’aveva prevista il direttore Corradino Mineo, non la potrà fare. Il direttore generale di viale Mazzini Mauro Masi anche questa volta ce l’ha fatta, si vede che ora lo Zimbabwe gli piace. E così dalle 21, ora d’inizio di Raiuperunanotte, e le 22.30, sulla rete all news della tv pubblica andranno in onda le tribune elettorali per non udenti. Dev’esssere che proprio quella fascia oraria lì era decisiva. Dopodiché Mineo potrà pure fare qualche «finestra informativa». Ma «le farò come le intendo io», ribatte nel pomeriggio il direttore a dir poco contrariato.
Si aspetta ancora che arrivino le nove in punto. Nel palazzetto allestito come lo studio di Annozero entrano e escono Morgan intabarrato, Crozza, Vauro, nel pomeriggio hanno provato Elio e le storie Tese, decisi a portare sul palco una parodia della canzone sanremese di Emanuele Filiberto, Teresa De Sio, ma pure le operaie della Omsa, che rischia la chiusura per delocalizzazione, con una calza nera autoreggente al braccio. Per «una serata che sarà proprio come una puntata del programma, ma certo speciale», dicono quelli che l’hanno messa in piedi organizzando le cose alla grande grazie anche alla sottoscrizione andata benissimo, dopo il black out imposto all’informazione Rai.
Ma attenzione, è un’iniziativa della Fnsi, del sindacato, ripetono al pubblico Sandro Ruotolo e il segretario della Federazione della stampa Roberto Natale, perché «da viale Mazzini stanno arrivando brutte telefonate per sapere che cosa farà stasera Santoro, ma si occupino di altre telefonate... di censura e autocensura». E il palazzetto esplode.
Già, «censura, chiamiamola con il suo nome». E’ Claudia Mori che esce dall’improvvisata sala trucco per andare in scena, «contenta di essere qui» ma «nessun litigio in famiglia, Adriano non è voluto venire perché non accettava che non ci fosse una copertura televisiva piena dell’iniziativa, ma è come esserci senza esserci», filosofeggia. E comunque, tanto per dire l’aria, al Molleggiato «il programma la Rai alla fine non glielo farà fare, non è una mia previsione, è una certezza. L’unica scusa che accampano è che costa troppo, ma è dimostrato che non è così».
Brutta aria? Non ci gira intorno, Santoro. Si abbassano le luci, si parte, in onda (sulla rete, nelle piazze, sulle tv locali, su Sky....) ed è subito filmato di repertorio con Benito Mussolini: «Desiderate onori?» E la folla: «Nooo». «Desiderate una vita comoda?» «Noooo». «Volete che torni al governo una sinistra che riproporrebbe subito l’Ici?». «Nooo». Oops, questo è Silvio Berlusconi, sabato scorso, piazza San Giovanni. E entra in scena il conduttore, con una «lettera» al capo dello stato: «Caro presidente Napolitano, non siamo al fascismo, tra poco si svolgeranno le elezioni...». Ma «abbiamo il diritto di parlare, il dovere di farci sentire e di essere ascoltati». E il palazzetto esplode di nuovo. Copertina della serata: l’inviato di Annozero Luca Bertazzoni che fronteggia gli insulti del popolo berlusconiano in piazza, «Andate via... non vi vogliamo... date odio, noi diamo amore». Ah, ecco. Sigla, eseguita per l’occasione da Nicola Piovani. Entrano gli ospiti, Riccardo lacona, Gad Lemer, Norma Rangeri, Giovanni Floris e poi Comacchione «grazie, andrà tutto in favore di Silvio, sento un alito caldo di amore, siamo sei milioni...». Il dirigente di Raitre Loris Mazzetti, sospeso per dieci giorni causa insufficiente autolesionismo (aveva criticato alcune scelte piuttosto dubbie dell’azienda) è piazzato nel catino dietro a un recinto di filo spinato. E si va avanti con la puntata «speciale», e sindacale, e chissà: imbrigliato pure Mineo, alla fine gli zelanti dirigenti Rai per vigilare sulle terribili violazioni che, scopriremo oggi, Santoro avrà certamente commesso, avranno dovuto seguire la serata su Sky. Ma, che Silvio non lo sappia.

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