Tutti i segreti di Mamma Rai

Dalla Rassegna stampa

D a, da, da". Il refrain degli spezzoni della vecchia tv pubblica, abbondantemente reperibili su you tube, riempiono le serate estive e i palinsesti della Rete Uno, la cosiddetta ammiraglia della Rai. E li finiscono le trasmissioni, o quasi. Nonché l'audience. Possono crollare le borse, ogni italiano ha dalla nascita 31 mila euro di debito pubblico sulle spalle, le carceri scoppiano e la giustizia è già scoppiata, ma nulla può fare recedere i massimi dirigenti Rai, i conduttori, i direttori di rete (quasi tutti) dalle proprie "strameritate vacanze". Qualche volta si fanno sorprendere in spiaggia da un rotocalco, magari scopriamo che hanno cambiato fidanzata ma a fare la "guardia al bidone" ci lasciano i loro sottoposti. Almeno Nitto Palma alla fine ha ceduto e ha rinunciato al viaggio in Polinesia. Loro no: coloro che rappresentano agli occhi dei comuni mortali il privilegio e la raccomandazione per antonomasia, scoppiasse pure la terza guerra mondiale, in vacanza ci vanno, per mesi, e i palinsesti rimangono ridotti all'osso.

Ogni anno è come se (per chi lo paga) venisse letteralmente truffato un terzo del canone Rai che è globalmente pari a un miliardo e seicentocinquanta milioni di euro. Dai primi di giugno, infatti, l'informazione Rai parte per una lunga crociera che si concluderà nella migliore delle ipotesi a metà settembre e in taluni casi ai primi di ottobre. Non solo vanno in vacanza i talk show di maggiore successo, ma anche nei tg quel poco che si poteva chiamare informazione, e non intrattenimento leggero, sub speciem di "servizi di costume", o morbosa fascinazione per i delitti della cronaca nera, finisce in soffitta come gli abiti invernali.

I Radicali italiani quest'anno, non a caso, hanno lanciato una campagna di denuncia in grande stile, "Informerai", presentandola a metà luglio con un happening davanti ai cancelli di viale Mazzini con tanto di ombrelloni, sdraio, secchielli, palette e tanta gente in tenuta da spiaggia. Dice adesso Marco Beltrandi, radicale eletto nelle liste del Pd nel lontano 2008 e membro di punta della Commissione parlamentare di Vigilanza: "c'è una novità, Lorenza Lei ci ha assicurato in Commissione che questo sarà l'ultimo anno di "da, da, da" e che dal 2012 in estate non ci sarà lo sbaraccamento di tutti i programmi di approfondimento giornalistici". Non poteva cominciare quest'anno? "No perché afferma di avere dovuto fare la finanziaria interna alla Rai con oltre 60 milioni di tagli dovuti ai minori introiti pubblicitari".

Già, e taglia sull'informazione invece che sulle "cose leggere"? "Per questo la campagna 'informerai', per non fare domani quello che può già esser fatto oggi; per dire la Annunziata si è detta disposta ad andare in onda senza chiedere un euro in più".

Ci sarebbe poi da domandarsi il perché di questo vistoso calo in introiti pubblicitari. "L'analisi radicale - continua Beltrandi - è semplice, la lottizzazione dell'informazione, la sua mistificazione, l'oscuramento di tante tematiche radicali care alla maggior parte dei cittadini attivi tra i 18 e i 55 anni, ha allontanato questa fetta di popolazione dalla tv generalista, e dalla Rai in particolare e la ha spedita su internet; restano i vecchi e i bambini, ma questi ultimi consumano meno, ergo la pubblicità si rivolge altrove".

Ad esempio a Mediaset e a La 7? "Certo, ma non è che abbiano fatto miracoli per attirare questa pubblicità tranne rivolgersi al target che la Rai ignora, e non solo d'estate. La7, con un po' di onestà intellettuale nei Tg e nei programmi di approfondimento, pur con scarsi mezzi, ha decuplicato gli ascolti: io spero che la Lei se ne sia accorta".

In altre parole, per citare il segretario di Radicali italiani Mario Staderini, "la cancellazione, attraverso l'eliminazione dall'agenda televisiva. di una serie di questioni centrali del nostro tempo, solo perché scomodi al palazzo, porta la tv fuori dalla realtà". Quali questioni? "Oltre al debito pubblico, anche l'Unione europea, la droga, le carceri, la giustizia, l'immigrazione, la riforma dello stato, la ricostruzione de L'Aquila e le questioni dell'ambiente. Insomma tutto quanto non è delitto di Avetrana e dintorni, per giunta ciò prelude alla scomparsa di questi stessi temi dalla agenda politica". Ergo? "Con questa campagna di 'informerai' abbiamo preparato dei moduli denuncia su internet per i cittadini da mandare alla Autorità delle comunicazioni e per bombardare la Rai con la richiesta di approfondimento e di confronti tra tutti gli schieramenti politici sui suddetti temi".

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